L’ultimo in ordine di tempo a chiedere una sforbiciata è stato
il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà. In una lettera
inviata nei giorni scorsi al collega dell’Authority per le
Comunicazioni Corrado Calabrò, scrive Milano Finanza, il
presidente dell’Antitrust ha spiegato che a suo parere i prezzi
proposti per le nuove tariffe di terminazione dei gestori di
telefonia mobile sono ancora troppo alti.
Catricalà insomma si è detto d’accordo con i dubbi espressi
solo qualche settimana fa dalla Commissione Ue che, sempre in una
missiva indirizzata a Calabrò, aveva giudicato troppo timido il
taglio delle tariffe ipotizzato dal responsabile dell’Agcom. Che
adesso rischia di trovarsi in una posizione scomoda, stretto tra le
richieste di Bruxelles e di Catricalà da un lato e le pressioni
degli operatori mobili e del governo dall’altro.
Le tariffe di terminazione sono una voce ancora importante nei
conti economici di Tim, Vodafone, Wind e 3. Si tratta in pratica
del pedaggio che un operatore paga a un concorrente quando la
chiamata che parte dalla sua rete finisce su quella del competitor.
Dal primo luglio scorso i tre operatori maggiori (Tim, Vodafone e
Wind) incassano 5,3 centesimi al minuto dai concorrenti ogni volta
che una chiamata finisce sulle loro reti.