L‘iPhone X non vende quanto previsto da Apple. Lo hanno preannunciato alcuni analisti già prima di Natale e ora il Taiwan Economic Daily conferma: Apple prevede di vendere 30 milioni di iPhone X nel primo trimestre 2018, contro i 50 milioni stimati in precedenza. La testata riporta anche che la Foxconn ha bloccato per il momento l’assunzione di nuovo personale.
Indiscrezioni? Sì, certo: il Taiwan Economic Daily non cita fonti e i dati ufficiali di vendita saranno comunicati da Apple solo l’anno prossimo. Ma intanto a Wall Street il titolo della Mela ha perso il 4% per effetto delle stime pubblicate dal quotidiano economico taiwanese (di Taiwan è l’azienda che assembra gli iPhone, la Foxconn), per poi recuperare e chiudere con una perdita del 2%.
Nei giorni scorsi il quotidiano britannico The Times riportava la valutazione dell’analista Jeffrey Kvaal di Nomura Instinet, che ha abbassato il giudizio sul titolo Apple a “neutral”, rispetto al precedente “buy”, e portato il target di prezzo a 175 dollari anziché 185 proprio perché convinto che l’iPhone X non sarà uno smartphone dalle vendite eccezionali. Oggi Bloomberg cita altri analisti scettici: Sinolink Securities ha abbassato le stime di vendita per il primo trimestre 2018 a 35 milioni di unità rispetto ai 45 milioni precedentemente stimati, mentre secondo Warren Capital pensa che Apple venderà 25 milioni di iPhone X, contro i 30 milioni che consegnerà nel quarto trimestre 2017, causa un prezzo “troppo elevato per innovazioni tecnologiche poco interessanti”.
Tuttavia, ricorda oggi La Stampa, si tratta solo di stime che la realtà potrebbe ribaltare: anche con l’iPhone 8 si erano moltiplicate le voci su un flop di vendite poi smentito dai fatti e gli stessi assemblatori asiatici, che servono più aziende degli smartphone, potrebbero non avere un quadro chiaro degli ordini. Molti altri analisti di mercato continuano a credere nel successo di iPhone X: Loop Capital stima che saranno venduti 40-45 milioni di iPhone X nel primo trimestre, mentre Morgan Stanley pensa che il titolo salirà a quota 200 dollari, permettendo ad Apple di sfondare la soglia storica dei mille miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa.
Al di là dei numeri resta il fatto che per la casa di Cupertino l’iPhone è ancora la fonte numero uno di redditività e una delusione sulle vendite avrebbe un impatto importante. Apple in questi giorni risente anche delle critiche subite per l’intenzionale rallentamento dei modelli di iPhone meno recenti: l’azienda ha ammesso che la nuova versione del suo software (iOs 11) riduce il potere di calcolo degli iPhone 6, 6s e 7 e li rende più lenti per evitare il crash del device. Apple ha confermato quanto già era stato portato alla luce sia dagli analisti che dagli utenti – che ora negli Usa già parlano di class action.