Amazon.com, Google, Rhapsody e Spotify sono soltanto alcune delle
web company le cui apps su iPhone e iPad sono finite nelle maglie
delle nuove regole dettate da Apple, su come i contenuti online
vanno gestiti su App Store.
Lo scrive il Financial Times, aggiungendo che le nuove linee guida
di Apple impongono a editori e retailer di eleminare dalle apps
tutti i link ai loro siti, con cui le web company riuscivano ad
eludere l’obbligo di cedere la commissione del 30 per cento
all’azienda di Steve Jobs su ogni acquisto concluso sulla
piattaforma della Mela.
Gli sviluppatori sono preoccupati che i loro clienti siano confusi
dal cambiamento, che ha lasciato molti senza la possibilità di
vendere contenuti direttamente dalle loro apps.
Un cambiamento che limiterà la quantità di contenuti digitali
venduti all’interno dell’App Store, riducendo l’appeal della
piattaforma presso i clienti. In segno di protesta contro il giro
di vite di Apple Google ha ritirato dall’App Store la sua app per
l'e-reader. Sulla sua piattaforma rivale per smartphone
Android, Google permette agli sviluppatori di vendere contenuti
dalle loro apps, prendendo una commissione del 10%.
Altre aziende hanno rimosso dalle loro apps i link ai loro siti
web, dove i consumer possono pagare per l'acquisto di content
digitale, ma il processo di acquisto è più complesso per la
vendita di e-book e e-reader compresi il Kindle di Amazon e Kobo, o
le sottoscrizioni a Spotify, Rhapsody e al Wall Street Journal.
Spotify e Rhapsody richiedono agli utenti di apps l’acquisto e la
sottoscrizione di servizi per l’acquisto di musica via
smartphone.