VERTENZA

Ericsson, niente contratto Tlc per la newco: scontro con i sindacati

L’allarme lanciato dalle segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil: “Dumping economico, scelta inaccettabile. Si condiziona il confronto proposto dal ministro Calenda. Pronti alla mobilitazione”. L’azienda: “Disponibili ad avviare quanto prima il tavolo di confronto”

Pubblicato il 03 Gen 2018

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Esuberi Ericsson, la partita è ancora aperta. “Nonostante l’invito del ministro Calenda ad aprire un tavolo negoziale in tempi rapidi, Ericsson ha proceduto alla disdetta dei contratti aziendali, e, fatto ben più grave, ha annunciato l’uscita della nuova società dal Ccnl delle Tlc” denunciano in una nota unitaria le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, che si dichiarano pronti “alla mobilitazione”.

Da parte sua Ericsson fa sapere di avere “già confermato la propria disponibilità ad avviare quanto prima il tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali”. Riguardo alla neo-costituita Ericsson Services Italia (interamente controllata da Ericsson Telecomunicazioni) viene ribadita l’intenzione “di uscire dal contratto nazionale Tlc per adottare un nuovo regolamento aziendale. Tale decisione, anticipata alle organizzazioni sindacali durante il meeting dello scorso 28 dicembre, si rende necessaria per sostenere gli obiettivi di crescita dell’azienda di nuova costituzione e permetterle di affermarsi in un mercato competitivo quale quello dei servizi per reti e apparati di telecomunicazione”.

“E’ una scelta inaccettabile nel merito – dicono i sindacati – e una forzatura che vuole pregiudicare e condizionare il confronto proposto dal ministro. Fermo restando che le Segreterie Nazionali, unitamente alle Rsu, non si sottrarranno a qualsiasi confronto, ribadiscono con nettezza il proprio impegno nel contrastare la deriva intrapresa da Ericsson, che punta a un dumping economico teso a scardinare le regole della competizione, che dovrebbero essere difese anche dalle stesse Organizzazioni Datoriali”.

Secondo i sindacati la scelta di basare il rilancio di una società appena nata sul binomio “riduzione occupazionale e abbattimento salariale”, “non è certo degno di una grande azienda europea, ma soprattutto punta sulla svalorizzazione delle attività e all’annullamento del patrimonio professionale”. Questo perché “un’azienda che basa il suo piano industriale su queste strategie non ha futuro”.

I sindacati a questo punto preparano la mobilitazione per contrastare questo piano “con l’obiettivo di convincere Ericsson a cambiare la propria linea di politica industriale, e concentrarsi sulla modifica ed implementazione dei processi e dei prodotti, che rappresentano l’unica garanzia di rilancio di un’azienda ripiegata su stessa, che rischia di uscire significativamente dal mercato del nostro Paese”.

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