RETI

Rete Tim, Calenda spinge sullo scorporo: “Servono due entità separate”

Il ministro dello Sviluppo economico in un’intervista a Bloomberg Television: “Si stanno studiando tutte le possibilità e opportunità”. Parola al Consiglio di Stato per l’eventuale riduzione delle sanzioni se la società accettasse le prescrizioni del governo sul golden power

Pubblicato il 09 Gen 2018

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“La mia opinione è molto chiara. Penso che dovremmo avere sul mercato due società separate”. Lo ha detto in un’intervista a Bloomberg Television Carlo Calenda, ministro per lo Sviluppo economico, riferendosi al futuro di Tim: una società si dovrà occupare dei servizi e un’altra – questa la vision del ministro – esclusivamente della gestione del network. “Penso che lo stiano considerando – prosege Calenda – Stanno studiando le varie possibilità e opportunità”. Proprio con i vertici di Tim è in corso un confronto, e nelle prossime settimane è previsto il quarto incontro tra il ministro e il Ceo di Tim, Amos Genish. Una cornice in cui il Governo e l’azienda sono al lavoro “per definire il perimetro della rete, cosa che non è affatto facile ma che sta esibendo dei progressi”, sottolinea Calenda, specificando in ogni caso che la principale controparte di Tim sullo scorporo della rete rimane l’Agcom: “Si tratta di un’operazione molto importante – nota – e ci vorrà tempo per completarla”.

Poi il ministro si è soffermato anche sulle sanzioni che o Stato dovrebbe comminare per la mancata notifica nei termini previsti dalla legge del controllo di fatto su Tim nel caso in cui la società accettasse le prescrizioni del Governo: “Il problema è legato all’ammontare della multa, penso sarebbe saggio ridurla ma dobbiamo capire se questo è fattibile da un punto di vista puramente legale”, sottolinea Calenda, aggiungendo che su questo tema il governo è in attesa di un pronunciamento del Consiglio di Stato.

Intanto nei prossimi giorni è in programma l’inizio degli incontri tra Tim e i sindacati di categoria, in cui l’azienda dovrebbe illustrare i propri piani ai rappresentanti dei lavoratori, in una strategia che potrebbe prevedere una nuova serie di tagli al personale e il ricorso al prepensionamento per ringiovanire la forza lavoro all’interno dell’azienda.

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