Mancavano poche ore all’annuncio dell’accordo At&T–Huawei per la distribuzione negli Usa del nuovo smartphone di punta del produttore cinese, il “mate 10 pro”, in programma al Ces di Las Vegas, quando l’operatore ha deciso di bloccare tutto. A causa, secondo i rumors, delle pressioni politiche ricevute da ambienti del Congresso, a dar voce alle preoccupazioni di chi teme che un’intesa di questo genere possa essere pericolosa per la sicurezza nazionale. Un timore che troverebbe conferma in una lettera citata dal sito The Information, in cui un gruppo di deputati e senatori aveva chiamato in causa la Federal communincations commission, esprimendo la propria preoccupazione per le mire di Huawei nel Paese e per l’alleanza con un grande operatore locale.
La crescita nel mercato Usa è in ogni caso considerata strategica da Huawei, che oggi è il terzo produttore di smartphone al mondo, ma che negli Stati Uniti può contare su una quota di mercato dello 0,5%, in confronto al 39% di Apple e al 18% di Samsung.
L’accordo con At&T avrebbe potuto essere per Huawei il “cavallo di troia” ideale per sbarcare in forze negli Stati Uniti, grazie al modello nato per fare concorrenza agll’iPhone. E l’operazione diventerebbe molto più ardua senza un’intesa con una grande telco locale, dal momento che in Usa il 90% dei cellulari vengono venduti attraverso questo canale, e solo il 10% viene distribuito attraverso i canali “liberi”.
Così, sfumata l’ipotesi At&T, Huawei potrebbe tornare alla carica per stringere nuove alleanze: tra le più quotate al momento c’è quella possibile con Verizon, di cui per il momento non ci sono in ogni caso conferme ufficiali.