A seguire l’analisi di Marta Valsecchi, Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano, su “Telco4Italy Report 2017”, l’iniziativa editoriale CorCom-Digital360 che fa il punto sullo stato delle Tlc in Italia. L’annuario – pubblicato a dicembre 2017 e distribuito in occasione degli Stati Generali delle Telecomunicazioni – raccoglie in sintesi i più importanti avvenimenti dell’anno e soprattutto dà la parola alla community del settore e ai suoi protagonisti. La pubblicazione rappresenta inoltre una sorta di staffetta ideale con Telco4Italy, il più importante evento italiano dedicato al mondo delle Tlc che come da tradizione si tiene a Roma prima dell’estate e che quest’anno è in calendario per metà giugno.
Gli ultimi due anni sono stati molto importanti per le Telecomunicazioni italiane per almeno tre ragioni:
- il ritorno a un segno positivo della dinamica dei ricavi, dopo circa dieci anni di contrazione;
- la forte accelerazione nella copertura dell’infrastruttura di rete a banda larga;
- alcune trasformazioni rilevanti negli assetti di mercato, in particolare la nascita di Wind Tre dalla fusione delle due società (divenuto il primo operatore mobile per numero di clienti) e l’ingresso sul mercato di Enel Open Fiber (ora Open Fiber) come operatore ‘wholesale-only’.
Tali fenomeni hanno preso avvio nel 2016 e si sono ulteriormente consolidati nel corso del 2017.
Partendo dai ricavi degli Operatori di TLC e, guardando ai dati del 2016 (gli ultimi disponibili), emerge che l’anno passato si è chiuso a quota 31,9 miliardi di euro, in crescita dello 0,4%. Visto il valore sarebbe più opportuno parlare di stabilizzazione del mercato, ma l’enfasi positiva è dovuta al confronto con quanto accaduto negli anni precedenti: dal 2007 al 2016, infatti, sono stati persi quasi 14 miliardi di euro (pari al 30% del valore iniziale). La leggera ripresa del mercato è peraltro un segnale coerente con quanto sta accadendo complessivamente a livello europeo. I primi dati ufficiali sul 2017, inoltre, confermano la dinamica di leggera positività anche per l’anno in corso.
L’andamento del 2016 è frutto di una crescita dei ricavi mobile (+2%) e di un calo di quelli di rete fissa (-1%). Sul fisso la forte crescita dei dati (+7%) non compensa ancora la riduzione della fonia (-12%) e si assiste, inoltre, a una riduzione della spesa media (fonia + dati) per linea di accesso (arpu). Il ritorno alla crescita dei ricavi mobili, iniziato nel 2015, è legato invece ai seguenti fattori: si sta andando verso una stabilizzazione dei prezzi dei servizi dopo il forte calo subito tra il 2011 e il 2014 (-49%); stanno crescendo i bundle contenenti anche servizi multimediali rivolti ai consumatori; è in aumento la componente di ricavi derivante da nuovi servizi destinati alla digitalizzazione delle imprese.
Grazie alla combinazione della leggera ripresa del mercato e della diminuzione (-2%) dei costi operativi, si è assistito nel 2016 a una crescita dell’EBITDA (+7%): non accadeva dal 2010. Tali dinamiche contribuiscono a “dare ossigeno” a un settore che necessita di forti investimenti per lo sviluppo delle nuove reti a banda ultra larga e per competere sui nuovi mercati digitali caratterizzati dal dominio degli Over the Top.
I Capex, infatti, sono stati significativi anche lo scorso anno: 6,5 miliardi di euro (pari a 20% dei ricavi), valore analogo a quello del 2015 e superiore a quello degli anni precedenti. È interessante evidenziare come, negli ultimi 10 anni, siano stati investiti oltre 67 miliardi di euro.
Grazie proprio a questi investimenti, il gap con la media europea sulla copertura della banda larga >30 Mbps, che ci ha sempre contraddistinto, si sta assottigliando. Secondo i dati della Commissione Europea, il 72% delle abitazioni italiane a luglio 2016 risulta raggiunto dalla banda larga >30 Mbps (contro il 41% del 2015), numeri che si avvicinano a quelli della media europea (76%). Questi valori sono calcolati come media tra l’ipotesi di piena sovrapposizione e l’ipotesi di sovrapposizione nulla tra le reti dei diversi Operatori. Ed è per tale ragione che risultano superiori a quelli dichiarati dagli stessi Operatori, secondo i quali, invece, solo a fine giugno 2017 ci si è avvicinati a tale percentuale. In ogni caso, uno dei target del Governo italiano (quello di coprire il 75% della popolazione con reti >30 Mbps entro il 2018) è in via di raggiungimento.
Anche la penetrazione delle reti broadband è in aumento in Italia. Secondo l’Osservatorio sulle Comunicazioni di Agcom, a giugno 2017 su 20,5 milioni di linee il 79% è a banda larga. Tra queste ultime, la velocità è in deciso aumento. Sono, infatti, arrivate a circa 3,4 milioni le linee con velocità superiore ai 30 Mbps (+94% rispetto a un anno prima), pari al 21% del totale linee broadband (vs l’11% di giugno 2016). Parallelamente, anche il numero di linee con velocità compresa tra 10 e 30 Mbps è aumentato del 60% raggiungendo, a metà 2017, quota 6,8 milioni di linee, pari al 42% delle linee broadband totali (vs il 28% di giugno 2016). Il totale linee sopra i 10 Mbps arriva così al 62,7% (vs il 39% di giugno 2016).
Il divario da colmare con i benchmark europei rimane ancora elevato (sottoscrizioni NGA pari al 42% del totale linee broadband e quelle >10 Mbps pari all’82% a luglio 2016); d’altro canto esiste un gap temporale fisiologico tra il momento in cui l’infrastruttura è pronta e avviene l’intero processo di sottoscrizione e migrazione di linee a maggior velocità da parte degli utenti. I tassi di crescita di trimestre in trimestre lo stanno dimostrando.
Parallelamente a quelli sulla linea fissa, continuano gli investimenti anche sul fronte mobile. Il 97% della popolazione italiana, secondo i dati della GSMA a fine giugno 2017, è coperto dall’LTE. Tecnologia adottata da un terzo delle connessioni mobili totali. Inoltre sono stati fatti i primi lanci sulla rete 4,5G e sono partite le sperimentazioni per il 5G.
Lo scenario, dunque, è in assestamento sul fronte economico – in attesa di capire se l’ingresso in Italia di Iliad comporterà una nuova feroce battaglia dei prezzi -, mentre è in forte evoluzione sul quello tecnologico, dove l’aumento della competizione dovrebbe portare una migliore e più ampia offerta di servizi per cittadini e imprese, incentivando così la digitalizzazione del Paese.
1) Tutti i dati presentati fanno riferimento al Rapporto sul settore delle Telecomunicazioni – Asstel, realizzato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano.
2) Fonte: analisi condotta da Asstel e Centro Volterra dell’Università di Tor Vergata.