Deutsche Telekom non ha un piano B per la fusione da 90 miliardi di
dollari tra T-Mobile e At&t, bloccata dall’Antitrust perché
danneggerebbe i consumatori. Il Dipartimento di Giustizia, a cui fa
capo l’Antitrust, ha sottolineato che “l'operazione
diminuisce sostanzialmente la concorrenza per i servizi di
telecomunicazioni mobili wireless negli Stati Uniti, con
conseguente aumento dei prezzi, servizi di qualità inferiore, meno
scelte e un minor numero di prodotti innovativi per i milioni di
consumatori americani che si affidano a servizi di mobile
wireless".
Secondo Bloomberg, Deutsche Telekom "non potrà mai ottenere
un buon affare" dalla fusione con At&t anche se l’operatore
è stato valutato fino a 7 miliardi di dollari. La società di
Dallas ha infatti faticato a reggere la concorrenza, situazione che
lo ha resa molto meno “attraente”: alcuni analisti sono
arrivati addirittura a definirla “merce danneggiata”.
Il disco rosso dell’Antitrust avrà un impatto molto negativo
sulla strategie di DT che contava di utilizzare i proventi della
vendita di T-Mobile ad At&t per sostenere le attività europee. Il
colosso tedesco si trova dunque bloccato negli Usa, senza che
all’orizzonte si intraveda un altro potenziale acquirente.
A quanto pare At&t e T-Mobile non sono in grado di affrontare le
obiezioni dell’Antitrust tramite una negoziazione;
l’alternativa rimarrebbe quella mettere in campo una battaglia
legale lunga e costosa. In questo senso At&T ha già annunciato di
avere intenzione di “contestare vigorosamente la questione in
tribunale”.
Un’eventuale sconfitta in tribunale per At&t potrebbe, però,
rappresentare un danno non solo per la mancata acquisizione, ma
anche per le conseguenze che gli accordi già siglati tra le parti
potrebbero avere: nel caso in cui la divisione statunitense di
T-Mobile non dovesse essere acquisita, infatti, At&t si troverebbe
costretta a dover versare 3 miliardi cash al gruppo tedesco
Deutsche Telekom cui T-Mobile fa riferimento e ad offrire servizi e
banda a quest’ultima per un totale di 7 miliardi di dollari.
Ma dietro la decisione del Dipartimento di Giustizia ci sarebbe
anche una motivazione di tipo politico. Secondo il Financial Times
la sentenza è linea con la strategia dell’amministrazione Obama
che, puntando a creare nuovi posti di lavoro e tutelare quelli già
esistenti, non vedrebbe di buon occhio un’operazione che invece
potrebbe tagliarli.
L'acquisizione, annunciata lo scorso marzo, aveva già
incontrato l'opposizione delle associazioni di consumatori e di
Sprint Nextel, terzo operatore americano. Non è la prima
operazione che l'amministrazione Obama cerca di fermare per
possibili violazioni della legge sulla concorrenza: è già
successo per la proposta di acquisizione di Omx Group per Nyse
Euronext.