L'importo totale dell'incasso dell'asta per le
frequenze 4G in corso al ministero dello Sviluppo economico ha
superato oggi quota 2,9 miliardi di euro. Ne da' notizia il
ministero sul proprio sito Internet. La quarta giornata di asta per
l'assegnazione delle frequenze in banda 800, 1800, 2000 e 2600
si è conclusa alle 18.20 e, nel corso di 13 diverse tornate, sono
stati effettuati 16 rilanci sia per acquisire blocchi di frequenze
in banda 800 sia in quella 2600, portando un incremento totale di
630.492.329 euro rispetto alle offerte iniziali, ovvero circa 407
milioni di euro in più rispetto a venerdì.
L'importo totale di incasso sale, al momento, a
2.933.599.493,60 euro. Anche oggi hanno preso parte ai rilanci
tutte le società partecipanti che hanno presentato offerte su 20
porzioni di banda, su un totale di 24 blocchi messi a gara. In
particolare per la banda 800 MHz sono stati offerti
complessivamente oltre 2 miliardi di euro interessando tutti i 6
lotti disponibili, compreso dunque il lotto specifico.
La gara riprenderà domani, martedì 6 settembre, a partire dalle
ore 10.30 presso gli uffici del Dipartimento per le Comunicazioni
del Ministero dello Sviluppo Economico.
Venerdì scorso, prima della chiusura per il fine settimana, si
sono registrati appena 10 rilanci e un aumento del valore
complessivo della competizione di circa 20 milioni di euro (totale
provvisorio di 2.526.475.873, 85 euro). Rilanci che hanno
interessato sia le frequenze da 800MHz sia quelle da 2600MHz.
Stando a quanto riportato dal Giornale il ministro dello Sviluppo
economico Paolo Romani, a margine del workshop Ambrosetti, ha detto
che la gara per le frequenze 4G ha reso già disponibili 75 milioni
di euro per il settore: "Se la gara va come sta andando – ha
detto Romani – ad oggi ha superato di 150 milioni i 2,4 miliardi
che erano previsti dal patto di stabilità. Di quei 150 milioni,
che saliranno nei prossimi giorni, il 50% è destinato al
settore". Secondo quanto stabilito dalla legge di stabilità,
le somme eccedenti i 2,4 miliardi derivanti dall'asta restano
nella disponibilità del Mise, che può decidere come reinvestirle
in parte per lo sviluppo del settore, d'accordo con il
ministero delle Finanze.