“Non abbiamo alcun problema con il fatto che una compagnia straniera (Vivendi, ndr) controlli un gruppo delle telecomunicazioni. C’è un problema con gli asset connessi alla sicurezza dei dati ed è su questo singolo tema che esercitiamo il golden power”. Intervista da Bloomberg Tv il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiarisce ruolo e margini d’azione dell’esecutivo nella vicenda Tim. “Siamo un mercato straordinariamente aperto e lo siamo specialmente nelle Tlc. Si guardi al mercato della telefonia mobile: l’Italia è da tempo un mercato straordinario, con tre o quattro player principali controllati da gruppi stranieri, che però convivono perfettamente con le nostre regole. Lo scorporo della rete è una decisione che spetta al mercato non al governo”.
Telecom però non è affatto orientata in direzione dello spin off. L’azienda ha consegnato le proprie proposte al governo a fine dicembre, in largo anticipo rispetto alla deadline di metà gennaio. Ma paradossalmente la squadra di Palazzo Chigi che deve esaminare il piano non è stata ancora nominata.
Intanto oggi i vertici dell’azienda hanno smentito le indiscrezioni di stampa relativa a un possibile ritorno di Amos Genish alla guida di Oi in Brasile. “Sono impegnato al 100% nel rilancio di Tim e nella messa a punto del piano industriale al 2020 che rappresenta per me un progetto personale e professionale di lungo periodo”, scrive l’Ad sul sito dell’azienda. “A nome del Cda di Tim – precisa il presidente Arnaud De Puyfontaine – e come amministratore delegato del principale azionista (Vivendi, ndr) confermo la totale fiducia nei confronti di Amos Genish, del quale condividiamo la strategia e visione. Siamo molto soddisfatti dei progressi fatti finora e certi che Amos porterà avanti il rilancio di Tim con l’entusiasmo che ha sempre dimostrato”.