Se Apple e Amazon fanno il boom sul fronte dei conti, per Alphabet-Google non si può dire lo stesso. I risultati del gruppo vengono definiti “abbastanza buoni”: dunque sufficienti a “deludere” se inquadrati all’interno di una storia che aveva finora abituato gli investitori a trimestrali più che stellari. Più di uno i motivi addebitati all’esito insoddisfacente: la riforma fiscale approvata a dicembre dal Congresso Usa. Ma anche l’aumento di costi per l’acquisizione di traffico: le tarife che Google paga ad aziende come Apple per garantire che il suo motore di ricerca sia l’opzione predefinita quando viene aperto, per esempio, un browser su iPhone. Risultato: fatturato oltre le attese, ma perdite trimestrali causate dagli oneri fiscali e aumenti dei costi.
Alphabet dunque riporta in bilancio perdite per 3,02 miliardi, a causa di oneri di 9,9 miliardi (riforma tasse): al netto di queste voci i profitti sarebbero aumentati del 28% a 6,84 miliardi. Ma gli utili per azione sono andati sotto le attese.
Ma il business continua a correre veloce: ricavi del 24% a 32,32 miliardi, segnando il 32esimo trimestre consecutivo, in rialzo del 24% rispetto ai 26,06 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2016 (attesi 31,87 miliardi): il driver è la raccolta pubblicitaria pari a 27,7 miliardi. Le entrate da pubblicità di Google sono aumentate del 21% rispetto all’anno scorso e rappresentano l’84% delle entrate totali di Alphabet. Nonostante i gravi problemi legati alla gestione dei contenuti illeciti la controllata YouTube rimane leader tra i siti di video. I click pubblicitari sono aumentati del 43% nel trimestre, leggermente meno del 47% dei tre mesi immediatamente precedenti. Le revenue per click sono però diminuite ancora, del 14%, dopo un calo del 18% tre mesi prima. A tenerle sotto pressione è il minor valore delle inserzioni “mobili”.
L’espansione di Alphabet oltre il search sta iniziando a dare i suoi frutti: la piattaforma cloud, che compete con Amazon e Microsoft, genera ora un miliardo di dollari di entrate per trimestre.