LA SVOLTA

Scorporo rete, Tim svela il progetto. Calenda: “Epocale”

Un’entità legale separata controllata totalmente da Tim e con un alto livello di corporate governance. Questa la proposta presentata da Genish al ministro. Si punta a ottenere ok da governo e Agcom in tempi rapidi per sottoporre la questione al board del 6 marzo. Balzo del titolo in Borsa. Intanto però dal Garante Privacy arriva una stangata da 840mila euro

Pubblicato il 07 Feb 2018

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Un’entità legale separata controllata totalmente da Tim e con un alto livello di corporate governance. Questo il progetto che il numero uno di Tim Amos Genish ha presentato al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Fra le varie ipotesi in campo dunque prende corpo quella dello scorporo. Uno scorporo quantomeno “legale”. Sull’’ipotesi su cui si era già detto possibilista a suo tempo il presidente Arnaud de Puyfontaine ma poi la separazione sembrava aver perso smalto. E invece ora il progetto è ufficiale. “Abbiamo presentato un’ipotesi di evoluzione volontaria del modello di separazione della rete, risultato dell’importante lavoro di collaborazione avviato con l’Agcom – sottolinea Genish -. Si tratta di una proposta che porterebbe alla creazione di un’entità legale separata controllata al 100% da Tim, con un alto livello di corporate governance”.

Il progetto potrebbe essere sottoposto al board già il 6 marzo – lo auspica lo stesso Genish -, ossia al cda convocato per l’approvazione dei conti e del nuovo piano. Ma servirà il parere positivo però di Agcom e del Governo, che dovranno esaminare il progetto da un punto di vista della fattibilità tecnica. Bisognerà poi capire bene anche la questione governance: “Quanto alla possibilità di avere rappresentanti delle istituzioni nella governance della società della rete c’è la normativa sul golden power che prevede una persona di gradimento nel board di Tim, così sarà nella nascente società della rete”. A giudicare però dalla reazione più che positiva di Calenda il via libera dell’esecutivo appare cosa fatta. Il ministro ha infatti giudicato la proposta come “un dato epocale”.  “Dello scorporo si parla in Italia da vent’anni e per la prima volta c’è un piano razionale e articolato che prevede la societarizzazione della rete”, è il commento di Calenda. “Ringrazio Genish che ha fatto un lavoro molto buono, in poco tempo e coraggioso. Il manager ha contribuito molto a rasserenare il clima con il Governo. Questo è importante per il Governo e per Tim”. La notizia è stata accolta positivamente anche dal mercato: il titolo è balzato del 5%. Riguardo alla possibile quotazione della nuova realtà in Borsa – altra ipotesi circolata nei mesi scorsi – il ministro Calenda puntualizza che “adesso siamo un pezzo prima, bisogna fare tutti i passaggi”.

Ma quanto vale la rete Tim? Secondo le stime di Mediobanca 15 miliardi di euro, con un multiplo di 8,6 volte le stime di ebitda per il 2019 (1,75 miliardi di euro). Secondo gli analisti Tim potrebbe quotare il 40% della rete, dopo averla caricata di 6 miliardi di debito, incassando 3,6 miliardi di euro. E per Fidentiis l’opzione scorporo potrebbe impattare sul titolo per il 52% al titolo.

Sull’operazione si sono espressi subito anche i sindacati: i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil chiedono un incontro urgente con Genish, già entro la prossima settimana. E ci sono anche le prime reazioni della politica: “Il Ministro Calenda dovrebbe essere un po’ più cauto sulla proposta di Tim di separazione legale delle sue reti di trasmissioni – è il commento di Stefano Fassina, deputato di SI esponente di LeU- La rilevanza per la sicurezza nazionale e per la nostra democrazia delle reti Tim e in particolare di Telecom Sparkle non può essere garantita semplicemente dal trasferimento degli asset a una società ad hoc comunque controllata da Tim”.

L’annuncio dello scorporo ha fatto il paio anche con quella della multa da 840mila euro a carico dell’operatore comminata dal Garante per la privacy “per aver effettuato telefonate promozionali senza consenso nei confronti di tutti gli ex clienti che non avevano dato l’autorizzazione a ricevere chiamate commerciali o l’avevano revocata”.  Dagli accertamenti svolti nel corso dell’istruttoria – si legge nella nota del Garante-  è emerso che Telecom ha violato la disciplina sulla protezione dei dati effettuando attività promozionali nei confronti di una platea amplissima di destinatari senza il loro consenso.

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