L’Italia ha recuperato il ritardo sulla banda ultralarga. Lo ricorda il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che in un post pubblicato su Facebook spiega come il Paese è avanzato in questi anni.
“Leggendo i (primi ?) cambiamenti che si annunciano a proposito della rete Telecom, mi tornano in mente tutti gli attacchi, le polemiche, le ironie, gli ostacoli, il contenzioso che hanno accompagnato il Piano Nazionale Banda Ultralarga sia quando, il 3 marzo 2015, il governo Renzi l’ha approvato sia nel corso della sua combattuta attuazione – scrive Giacomelli – È con quella scelta, e con risorse pubbliche che nessun governo ha mai messo, che l’Italia ha cominciato a recuperare il ritardo imbarazzante che aveva accumulato. Costringendo chi immaginava di poter lucrare per sempre su una rendita di posizione a misurarsi con le esigenze prioritarie del paese e quindi a cambiare passo”. Per Giacomelli tre rimangono i punti di riferimento. Prima cosa la rete come servizio universale. “L’adeguato accesso a internet con una rete a prova di futuro è un diritto di ogni cittadino e di ogni impresa – dice il sottosegretario – È il vero moderno servizio universale. Lo abbiamo proposto durante il semestre di presidenza europea e continueremo a batterci per questo”.
La rete pubblica, poi. “La rete deve essere a controllo pubblico per assicurare a tutti parità effettiva di accesso ed a tutte le aree del paese lo stesso diritto allo sviluppo – sottolinea nel post – Positiva ogni sinergia con operatori privati ma il controllo pubblico di una infrastruttura strategica è una condizione imprescindibile”.
E infine, ma cruciale, il 5G. “Dobbiamo mantenere il vantaggio che con la sperimentazione abbiamo acquisito sugli altri paesi europei, investire nel rapporto tra università ed imprese per la creazione dei servizi e lavorare per la realizzazione di una unica rete 5G a controllo pubblico – conclude Giacomelli – La combinazione tra Impresa 4.0 e 5G è la chiave di una nuova fase di sviluppo”.