“La promozione degli investimenti in reti di nuova generazione richiede ancora la necessità di una regolamentazione asimmetrica nei confronti degli operatori: occorre incentivare tutti gli operatori ad investire”. Il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, in occasione del ventennale dell’autorità riapre il dibattito sulle regole per le Tlc.
“Si tratta di una quantità di investimenti che da sola Telecom Italia o singoli operatori non possono realizzare“, ha spiegato Cardani all’vento della Camera. “Gli investimenti, seppure in ripresa, non sono stati sufficienti – ha aggiunto -Devono continuare a crescere nei prossimi anni. Non incolpiamo o biasimiamo nessuno, ma semplicemente analizziamo la situazione”.
Sul tavolo anche il tema dello scorporo della rete Tim. Cardani ha tenuto a fare sapere che l’Autorità non ha ricevuto alcuna documentazione. “Sono venuti – ha spiegato Cardani – ci hanno lasciato degli appunti e non è una proposta. Mi auguro lo diventi presto e c’è il modo di farla diventare se lavorano”.
“Noi possiamo dare giudizi politici. Siamo dei tecnici e diamo valutazioni tecniche e le valutazioni tecniche devono essere complete – ha poi precisato – Noi possiamo dare giudizi con i tempi tecnici che comprendono anche una consultazione pubblica”. Quanto poi alla possibilità che un giudizio possa essere espresso prima del board del 6 marzo al quale Genish intende portare il progetto, Cardani ha aggiunto: “Se ci danno un progetto più consistente possiamo anche farcela. Noi aspettiamo la documentazione che non è arrivata. Calenda ha espresso unn giudizio politico perchè fa un mestiere diverso, valuta la desiderabilità”. Cardani ha chiarito che con piano concreto “ci sarebbe una notifica e poi va mandato alla Commissione Ue”.
Poi il focus si è spostato sul futuro di Agcom. “Questo ventennale può rappresentare l’occasione per valutare l’operato di Agcom e nello scenario digitale, del web, chiedersi se non occorre integrare la missione e rafforzarne le competenze – ha sottolineato il presidente – E’ arrivato il tempo di una riforma strutturale, ad ampio spetto, che tenga conto dei cambiamenti intervenuti nel mercato con la rivoluzione digitale”.
“L’entusiasmo e le aspettative che avevano accompagnato la nascita delle autorità indipendenti nella secondo metà degli anni novanta sono scemate – ha ricordato – E oggi le autorità vengono purtroppo considerate con sospetto da certi settori della politica che nelle posizioni più estreme considera questi organismo come tecnocratici”.
“Come i settori che regola, Agcom ha una storia fatta di un’evoluzione continua. Ma la sua missione rimane costante: progredire per arrecare beneficio a tutti i cittadini e consumatori senza che nessuno resti escluso dal cambiamento”.
“E’ evidente la necessità di considerare Internet come uno spazio aperto, democratico, collaborativo e inclusivo il cui accesso e uso vanno garantiti in quanto bene comune e di interesse generale: una nuova metrica di vita”.
Cardani ha ricordato che “dopo 20 anni, Agcom continua ad avere un ruolo di regolatore e arbitro nel mercato delle Tlc e di garante dell’universalità e accessibilità dei servizi di interesse pubblico: servizi postali e servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. “L’Autorità cerca di dare risposte anche ai cambiamenti indotti dall’utilizzo crescente di internet sulle garanzie dei diritti in Rete, con la regolazione e con attività di promozione della conoscenza”, ha concluso Cardani.
All’evento ha partecipato anche l’Ad di Tim, Amos Genish. “Ovviamente c’è bisogno di una migliore infrastruttura, ma non sono d’accordo nel dire che in Italia non ci sia abbastanza copertura di banda ultra larga – ha detto – Tim ha portato avanti un’altissima percentuale di copertura (78% di ultra broad band e 98% di Lte), sicuramente siamo in grado di far fronte ai requisiti richiesti dalla Ue” entro il 2025.
“Siamo in una fase molto entusiasmante, stiamo andando sempre più verso la convergenza, auspico dal punto di visto normativo che ci siano norme più leggere che permettano a tutti di lavorare in una maniera più attiva”, ha poi sottolineato Genish, riferendosi in generale al settore delle Tlc. Genish ha detto di non essere d’accordo sul fatto che in Italia non ci sia abbastanza copertura con la banda ultra larga, ricordando che soltano Tim ha una copertura al 77% con la banda ultra larga e al 98% con l’Lte. “Tim ha portato avanti un’altissima percentuale di copertura, siamo in grado di far fronte ai requisiti dell’Agenda digitale europea”, ha spiegato.
Sulle regole è centrato anche l”intervento del presidente di Vodafone Italia, Pietro Guidani. “La regolamentazione ci ha accompagnati in un cammino di sviluppo. Per il futuro, lo sviluppo deve essere regolato guardando a una sostenibilità nel medio-lungo periodo – ha detto – Bisognerà guardare al settore delle telecomunicazioni, non come a un osservato speciale ma come un motore di innovazione”.
“Se la rete 4G e, prospetticamente, la rete 5G, è una delle migliori in Europa, è grazie a una Autorità che ci ha portati verso questo modello di sviluppo basato sulla competizione infrastrutturale, che oggi sta investendo anche il mercato delle telecomunicazioni fisse – ha spiegato il manager – L’ipercompetitività ha portato a un declino del fatturato del settore, dovuto alla competizione sui prezzi ma anche alla cannibalizzazione dei servizi da parte degli operatori Over the Top. Questo settore investe circa 7 miliardi l’anno su 30 miliardi di ricavi”.