L’Europa dà la sveglia agli Stati sul rilascio delle frequenze in vista del 5G. O meglio, è il Radio Spectrum Policy Group, nella sua seconda “opinion” sul 5G, a richiamare all’ordine avvertendo che è prioritaria l’assegnazione di larghi blocchi nella banda 3,4-3,8 Ghz agli operatori mobili entro il 2020. Stesso discorso per la 26 Ghz. Le due fasce di frequenze erano già state identificate alla fine del 2016 come bande pioniere insieme alla banda 700 Mhz, quella occupata interamente, in Italia, dai broadcaster. La dead line per il rilascio di quest’ultima, si ricorda, è il 2020 (l’Italia ha una deroga al 2022).
Molti paesi – per esempio Uk e Austria – hanno già pianificato di mettere all’asta la banda 3,4-3,8 GHz quest’anno. Più controversa la questione per l’Italia che proprio su questa porzione di spettro sta (forse) avvicinandosi a una soluzione: gli attuali detentori delle licenze (fino al 2023) di questa fascia, e cioè Aria (Tiscali), Go Internet, Linkem, Mandarin e Tim avevano infatti chiesto una proroga di 6 anni al Mise che ha a sua volta chiesto un parere ad Agcom. Sulla partita è in corso una consultazione (si chiude il 21 febbraio), ma l’orientamento dell’authority è di accordare la proroga fissando però una serie di vincoli.
Secondo Roberto Viola dg della DG Connect della Commissione Ue la disponibilità di frequenze entro il 2020 potrebbe assicurare al 5G un percorso senz’altro migliore rispetto a quello che fu intrapreso per il 4G: “Chiaramente, riconosciamo che ci sono casi di forza maggiore che impediscono agli stati di rilasciare lo spettro ma non vogliamo finire come per la banda 800 MHz, dove tutto era una scusa”. Secondo Viola il rilascio delle bande 700 MHz, 3,4-3,8 GHz e 26 GHz sarà “la più importante release di frequenze mai vista in Europa”.
Secondo Jonas Wessel, presidente dell’RSPG, è necessario che gli Stati provvedano prima possibile a iniziare un processo di “deframmentazione” della banda 3,4-3,6 che ha una “elevata quantità di utenti” ma che viene vista come “chiave del successo” per il 5G in Europa dato che ne facilita la capacità nelle aree urbane ed edificate.