Rischia di saltare il progetto della joint venture Tim-Canal+ e il relativo piano di acquisto di contenuti da Mediaset. La questione sarà affrontata dal cda di Tim in calendario il 6 marzo quando sarà più chiara la nuova strategia del gruppo guidato da Amos Genish. L’addio al piano secondo gli analisti non significa necessariamente una rinuncia alla strategia media del gruppo, ma potrebbe portare a una negoziazione diretta dei contenuti da parte di Tim con gli altri partner commerciali. La mossa ha ricadute sul braccio di ferro in corso da mesi tra Vivendi e Mediaset, con il contenzioso che a questo punto andrà avanti, inasprito dalla posizione apparentemente più forte di Berlusconi sulla scena politica. La convocazione delle parti davanti al mediatore giudiziale, riporta Il Sole 24 Ore, sarebbe già stata annullata.
Anche l’ad Vivendi e presidente Telecom Arnaud de Puyfontaine aveva parlato di uno stallo nel negoziato per trovare un accordo extragiudiziale con Mediaset a seguito della marcia indietro di Vivendi sull’acquisto di Premium: Mediaset aveva fatto richiesta di danni per 3 miliardi. Il progetto di Vivendi era la costituzione di una newco controllata da Tim al 60% (e il 40% da Vivendi) per l’acquisto di contenuti Mediaset per 460 milioni in 6 anni. Una mossa contrastata da sindaci e consiglieri indipendenti di Tim, che avevano chiesto di seguire la procedura per le parti correlate a “maggiore rilevanza”.
Intanto Tim accelera sullo scorporo. Secondo Reuters, Tim sta lavorando con Goldman Sachs e Credit Suisse al progetto di separazione della rete. Lo scorso 7 febbraio l’Ad Amos Genish ha presentato il piano al ministro Calenda: un’entità legale separata controllata totalmente da Tim e con un alto livello di corporate governance.
“Abbiamo presentato un’ipotesi di evoluzione volontaria del modello di separazione della rete, risultato dell’importante lavoro di collaborazione avviato con l’Agcom – spiegava Genish dopo l’incontro con Calenda – Si tratta di una proposta che porterebbe alla creazione di un’entità legale separata controllata al 100% da Tim, con un alto livello di corporate governance”.
Il progetto potrebbe essere sottoposto al board già il 6 marzo ossia al cda convocato per l’approvazione dei conti e del nuovo piano. Ma servirà il parere positivo però di Agcom e del Governo, che dovranno esaminare il progetto da un punto di vista della fattibilità tecnica. Il ministro Calenda ha definito il piano “epocale”.