La provincia di Trento, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia accelerano sugli obiettivi del Piano Triennale relativi alla razionalizzazione dei data center e alla creazione del Poli strategici nazionali. La chiave di volta è rappresentata dal progetto Tripolo nato all’interno della rete Assinter: si tratta di una caso concreto di cooperazione interregionale e primo esempio di sharing di data center regionali su base federata, operato tra territori regionali dalle società Ict in house Informatica Trentina, Trentino Network, Insiel, Cup 2000 e Lepida. Ne parliamo con Alessandro Zorer, presidente di Trentino Network.
Zorer quale è stato il percorso che ha portato al lancio di Tripolo?
All’interno di Assinter abbiamo iniziato a confrontarci su un possibile modello di integrazione di reti pubbliche gestite da società in house che, di fatto, si interconnettevano in punti di interscambio, il Mix a Milano e il Namex a Roma. La sfida da cogliere era quella di far interconnettere direttamente queste reti invece che appoggiarsi sul public internet. Con il varo del piano triennale di Agid si è aperta una ulteriore finestra di opportunità
In che senso?
Il piano descrive un percorso verso la razionalizzazione dei data center in ottica Psn (poli strategici nazionali): i data center non sono considerati solo infrastrutture tecnologiche, affidabili e performanti, ma anche “sistemi” in grado di mettere insieme il know how necessario ad erogare servizi cloud verso le pubbliche amministrazioni. Era un tema affrontato nel tavolo in Assinter che poi ha trovato un driver importante nella strategia del governo. Abbiamo colto al volo questa chance e abbiamo puntato su Tripolo per federare reti e data center.
Tripolo ha le carte in regola per diventare un modello nazionale. Come si possono coinvolgere gli altri territori?
Il progetto è stato condiviso in Assinter e dunque tutte le in house lo conoscono. In questo senso i territori interessati possono aderire direttamente a Tripolo – la contiguità geografica è un facilitatore, penso ad esempio alla Regione Veneto – oppure pensare di replicarlo in altri contesti geografici con condizioni molto simili a quelle di Trento, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Nel Nord Ovest e in alcuni territori del Sud esiste una governance di reti e data center efficace, ci sono competenze in grado di replicare il nostro modello, declinandolo sulle loro specificità per andare verso il consolidamento e la “cloudizzazione” dei data center. Laddove, invece, non ci fosse interesse ad aderire o replicare Tripolo, immagino un modello misto.
Che tipo di servizi verranno erogati con il data center federato e, soprattutto, quale sarà il beneficio rispetto all’attuale erogazione da parte delle singole in house?
Il primo servizio facilmente erogabile è quello di disaster recovery. Finora erano due le opzioni: o farsi un servizio in house oppure affidarsi a cloud privati. Il progetto Triplo consente – avendo già a disposizione data center con caratteristiche comuni e logiche di organizzazione simili – di erogare il servizio in una logica di scambio e non di mercato. Altro fronte che presidieremo è quello relativo alla cybersecurity. Il Tripolo attua un approccio “Computer Emergency Readiness Team”, in grado di individuare e perseguire in ottica comune iniziative proattive mirate alla riduzione del rischio informatico. Poi c’è il versante piattaforme nazionali su cui si deve intervenire.
Ad esempio?
Prendiamo ad esempio a PagoPA, la piattaforma nazionale di pagamenti digitali verso la PA. Superando la logica per cui ogni in house si fa il suo sistema per fare da “broker” sui territori, si sfruttano le specializzazioni per presidiare le piattaforme nazionali. Lepida che già fa questo per gli enti emiliani potrebbe farlo anche per il Trento e i comuni del Friuli. Stesso discorso per i servizi verticali, erogati in cloud. È il caso di ComunWeb, progetto che mette insieme i Comuni trentini, che potrebbe essere messo a disposizione anche degli altri territori: un catalogo di servizi che viene utilizzato anche dai Comuni dei territori federati in ottica Psn.
In Trentino il consolidamento riguarda anche le due in house: Informatica Trentina e Trentino Network diventeranno una società unica. Quali i benefici?
Il progetto di integrazione è partito nel 2013 quando abbiamo inziato a gestire in maniera integrata le reti e i data center delle due società. Trentino Digitale (la newco si chiamerà così ndr) darà vita a un polo dell’informatica e delle telecomunicazione che svilupperà i servizi del futuro. Un’operazione che porterà, inoltre, consistenti risparmi: si stimano di 3 milioni e mezzo di vantaggi economici.