"Nel primo semestre il nostro fatturato enterprise è
cresciuto del 100%. Siamo fiduciosi di potere mantenere questo
ritmo di crescita anche nella seconda parte dell’anno così da
raggiungere a fine 2011 i 4 miliardi di dollari di ricavi, il
doppio dell’anno precedente". David He, vicepresidente
marketing department, Enterprise business group Huawei, si mostra
molto fiducioso sulla crescita della sua azienda in un settore,
quello dei prodotti enterprise, in cui il colosso cinese della
telefonia – che si è ormai piazzato con determinazione al secondo
posto al mondo – è sbarcato di recente. “Ci siamo da poco, ma la
risposta del mercato è già molto buona – spiega He al Corriere
delle Comunicazioni dall’headquarter del gruppo a Shenzhen. Le
nostre soluzioni vengono apprezzate, e non solo in Cina. Tanto che
anche per i prossimi anni ci siamo dati obiettivi di crescita molto
robusti”. Addirittura, per il 2012 si punta ad una crescita del
70%.
Si capisce anche alla luce di queste cifre, e più ancora di queste
ambizioni, la decisione del board di Huawei di dare vita ad una
divisione specificamente incaricata di seguire il mercato
enterprise. Una divisione che proprio quest’anno ha debuttato
ovunque Huawei è presente nel mondo, Italia compresa. La divisione
italiana (che si occupa anche del mercato svizzero) è guidata da
Marco Pasculli e conta una trentina di persone ma si pensa di
arrivare a quaranta entro fine anno.
“Non vogliamo imporci ai clienti con soluzioni precostituite, ma
lavorare con loro alle innovazioni che più si adattano alle
specifiche esigenze. Da questo punto di vista,consideriamo i
clienti nostri partner – spiega Liangliang Li, responsabile West
Europe enterprise marketing -. È per questo che dove la nostra
presenza è più significativa abbiamo dato vita a dei centri di
eccellenza. Quello italiano, in particolare grazie alla
collaborazione con tutti gli operatori locali da Telecom Italia
agli altri, è il più avanzato di tutti”.
Per la distribuzione dei suoi prodotti enterprise in Italia, Huawei
starebbe comunque guardando alla possibilità di raggiungere i
clienti finali attraverso una rete di channel partner. “Ci stiamo
pensando” ammette Li anche se, tiene a precisare, “non vogliamo
certo metterci in concorrenza con i nostri clienti, in particolare
le telco: proponiamo prodotti in grado di abilitare gli altri ad
offrire servizi”.
Per Huawei la creazione di una struttura enterprise non è soltanto
un fatto organizzativo. Disegna piuttosto l’obiettivo di cambiare
in qualche maniera la pelle dell’azienda lanciandola in un
settore, quello dell’IT, in cui la sua presenza nel mercato
mondiale è stata sinora tutto sommato marginale.
“L’Ict sta trasformando il modo in cui le imprese comunicano e
si organizzano. Noi vogliamo, senza tradire le nostre consolidate
relazioni con gli operatori ma anzi offrendo loro soluzioni nuove,
diventare un one-stop-shop capace di offrire un insieme di prodotti
e soluzioni di cui le imprese hanno bisogno”, spiega He. Il
catalogo è ampio: si va dall’unified communication alla
telepresenza, dalle soluzioni per la sicurezza a switch e router,
dallo storage ai managed services. Ed un’organizzazione che punta
anche alla proposta di soluzioni verticali: banche, assicurazioni,
energia con le smart grid, governement. Con un occhio molto
attento, in particolare, alle soluzioni di cloud computing e alle
loro evoluzioni cui Huawei dedica il lavoro di 2.500 ingegneri.
Non a caso, a presiedere la Data Center & Media Network Product
Line è stato chiamato Sanqu Li, un manager che prima di tornare in
Cina ha passato moltissimi anni a lavorare nelle imprese hi-tech
degli Stati Uniti. “Il cloud è la prossima tecnologia dell’Ict
world – spiega – e a differenza di quello che alcuni pensano, nel
mondo cloud gli operatori non saranno affatto dei dumb pipe. Questo
perché il network giocherà un ruolo molto importante
nell’offerta dei nuovi servizi, in particolare alle imprese che
saranno le prossime protagoniste della domanda di servizi
cloud”.
Huawei si sta facendo le ossa. In Cina, innanzitutto con
l’obiettivo di “imparare da noi prima di crescere
all’estero”. Dando l’impressione, però, che si voglia
imparare in fretta. Ad esempio, il nuovissimo ospedale Shibei a
Shanghai non ha nemmeno un pc: tutto è cloud based con device
targati Huawei. E presto lo saranno anche altri 10 ospedali della
città. Così come a fine anno saranno serviti da virtual pc ben
60.000 dei 110.000 dipendenti Huawei. Con la divisione Enterprise
che ne conta 10.000 di cui 6.000 dedicati alla ricerca e
sviluppo
“Ci rendiamo conto che non è facile entrare in un settore come
l’enterprise e che dobbiamo procedere passo dopo passo. Abbiamo
pazienza”, chiosa He.
Ma anche la proverbiale pazienza cinese ha un limite: “Ci abbiamo
messo dieci anni a diventare un leader mondiale nel settore delle
telco. Per l’enterprise, contiamo di fare molto prima”.