Xiaomi alla conquista degli Usa. Il produttore cinese potrebbe entrare nel mercato statunitense degli smartphone già quest’anno, segno di un’accelerazione della sua strategia di espansione in Occidente.
L’azienda di Pechino, la quarta per vendite di smartphone in Cina, ha avuto successo in mercati emergenti come India e Sud-est asiatico negli ultimi anni ed è entrata anche in Europa, per esempio in Spagna. In Italia sta per aprire un negozio fisico e più nello specifico a Milano.
L’ingresso nel mercato statunitense si annuncia però più complesso, a partire dalla sfida al dominio di Apple e Samsung e dalla necessità di trovare una partnership con un operatore telefonico, che rappresenta la porta d’ingresso nel mercato statunitense.
Negli Stati Uniti, inoltre ci sono preoccupazioni per la sicurezza nazionale che hanno portato AT&T a cancellare l’accordo con Huawei, altra società cinese, che ha dovuto rinunciare al lancio del Mate 10 Pro, il suo modello di punta. L’unica società cinese capace di entrare con successo nel mercato statunitense è stata finora Zte, grazie a una consolidata partnership con i gestori telefonici; secondo i dati di Counterpont, Zte controlla l’11% del mercato statunitense ed è al quarto posto nella classifica delle vendite di smartphone.
Intanto Xiaomi si prepara anche alla quotazione in Borsa, scegliendo Morgan Stanley e Goldman Sachs per assisterla, a fianco di Credit Suisse e Deutsche Bank. Xiaomi non ha ancora deciso su quale Borsa si quoterà e quando, ma secondo gli analisti l’Ipo avverrà nella seconda metà di quest’anno e dovrebbe valutare l’azienda circa 100 miliardi di dollari, rendendo l’operazione la più grande di sempre dopo il debutto in Borsa di Alibaba (25 miliardi di dollari nel 2014).
Dopo un 2016 in contrazione, nel 2017 Xiaomi ha recuperato posizioni rinnovando i modelli conquistando spazi sul mercato indiano a danno della rivale Samsung. La società così riuscita a centrare l’obiettivo di vendite per il 2017, a quota 100 miliardi di yuan o 15 miliardi di dollari.