LA SMENTITA

Open Fiber cambia le carte in tavola? Enel-Cdp: “Falso, confermiamo il piano”

I soci dell’azienda smentiscono le indiscrezioni di stampa secondo cui si starebbe prendendo tempo sul project financing da 3,5 miliardi: “Il processo di negoziazione del pacchetto di finanziamento è in corso”

Pubblicato il 07 Mar 2018

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Cdp ed Enel “smentiscono ogni illazione circa cambiamenti di strategia sul finanziamento del piano d’investimento della società”. Così in una nota congiunta le due società, in qualità di azionisti di Open Fiber, in relazione alle indiscrezioni di stampa di oggi. “Il processo di negoziazione del pacchetto di finanziamento -sottolineano- è in corso e si sta sviluppando secondo i piani prestabiliti”. Cdp ed Enel inoltre confermano “pieno sostegno al piano ed al progetto industriale di Open Fiber per la realizzazione di una innovativa infrastruttura di accesso, con le relative tempistiche di attuazione”.
La smentita arriva a seguito della notizia, riportata dal Sole 24 Ore, secondo cui Open Fiber starebbe prendendo tempo sul project financing da 3,5 miliardi. Dopo l’uscita dell’ex Ad, Tommaso Pompei , il nuovo management guidato da Elisabetta Ripa – scrive il Sole – ha rimesso mano al piano industriale, in accordo con gli azionisti: il precedente programma 2017-2016 – cablaggio di 217 città nelle aree A e B  e la copertura di 6753 comuni nelle aree C e D – è stato rivisto con un approccio più prudenziale.

Per le modalità di finanziamento, le risorse di cui dispone OF sono un finaanzaimento bridge da 510 milioni di Bnp Paribas, Unicredit e Société Generale. Poi ci sono i 500 milioni del presito soci, oramai esaurito. In prospettiva c’era il lancio di un project financing da 3,5 miliardi (di cui i 510 milioni erano un anticpo) e altri 500 dalle Bei, che deve ancora deliberare. Il dibattito – secondo il Sole – ruota attorno alla necessità di convertire il prestito soci in capitale e di ottenere un nuovo importo dagli azionisti.

Il progetto di business di OF prevedeva un impegno in termini di equity del 30% da parte degli azionisti e il resto finanziamento a debito. Sulla parte del debito il management si è interrogato sull’opportunità  di andare avanti sul project financing.

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