Shopping online comparativo, l’Antitrust europeo guidato da Margrethe Vestager va avanti a testa bassa sul caso Google. E nella valutazione in cantiere terrà conto delle proteste sollevate dai rivali dell’azienda di Mountain View. La Commissione Ue aveva imposto a Google una multa di 2,4 miliardi per abuso di posizione dominante: secondo l’indagine avrebbe accordato un vantaggio illegale a Google Shopping. La società ha proposto una serie di rimedi per allinearsi alle indicazioni Ue: ma 19 società rivali di Google, fra cui il sito di comparazione prezzi britannici Foundem (la sua denuncia aveva dato il via all’indagine Ue), la francese Twenga e altre imprese attive nella ricerca di viaggi, mappe ed editoria, hanno inviato una lettera al commissario Ue: “L’attuale proposta di Google non è migliore di quelle avanzate sotto il precedente commissario Almunia. Anzi, potrebbe essere peggiore” hanno protestato, riferendosi provocatoriamente al predecessore di Vestager (aveva ricercato con l’azienda un compromesso che non prevedeva multe).
La lettera, ha fatto sapere un portavoce della Commissione, “solleva diversi argomenti che la Commissione sta prendendo in esame come parte della sua valutazione in corso delle misure di Google”. Vestager ha indicato che la Commissione “è consapevole che per ora pochi concorrenti di Google appaiono nell’area situata in alto nella prima pagina dei risultati di ricerca”.
Google ha proposto di gestire la piattaforma per lo shopping in modo indipendente: da quattro mesi la nuova unit partecipa a gare per poter piazzare annunci pubblicitari nella parte alta della pagina di ricerca Google. Secondo i competitor la soluzione trovata non è appropriata. Google Shopping permette ai consumatori di raffrontare i prodotti e i prezzi online e individuare offerte proposte da rivenditori online di tutti i tipi, tra cui negozi online dei produttori, piattaforme come Amazon e eBay e altri rivenditori. Grazie alla sua posizione dominante nella ricerca il motore di Google è un’importante fonte di traffico per i servizi di acquisti comparativi. Dal 2008 Google ha sistematicamente attribuito una posizione preminente al servizio: quando il consumatore effettua una ricerca su Google relativamente a prodotti in vendita questi sono visualizzati in cima ai risultati della ricerca o comunque tra i primi. Inoltre, nelle pagine dei risultati della ricerca Google ha retrocesso i servizi concorrenti di acquisti comparativi. Di qui la conclusione di Bruxelles: Google ha abusato della propria dominante sul mercato accordando un vantaggio illegale al suo servizio di acquisti comparativi.