Il produttore americano di semiconduttori Broadcom ha confermato che è pronto a riportare la sua sede negli Stati Uniti (il gruppo si era trasferito dalla California a Singapore) entro il 3 aprile, una mossa che intensifica la battaglia per il takeover della connazionale dei chip Qualcomm su cui Broadcom ha lanciato l’anno scorso un’ppa ostile. Il 5 aprile, infatti, è prevista la riunione annuale del Cda di Qualcomm che discuterà anche la proposta di takeover.
Per tentare di vincere le resistenze di Qualcomm, Broadcom ha alzato più volte la posta dagli iniziali 103 miliardi di dollari fino a 121 miliardi (poi ritoccati a 117 miliardi in seguito all’aumento dell’offerta di Qualcomm per NXP Semiconductors). Qualcomm ha sempre respinto le avances del gruppo rivale affermando che non premia i suoi azionisti, non riconosce il valore delle attività di Qualcomm nel licensing e nel 5G e rischia lo stop del regolatore per motivi antitrust.
Nei giorni scorsi Qualcomm ha chiesto l’intervento del Cfius, il potente Comitato sugli investimenti esteri (Committee on Foreign Investment) che passa in rassegna gli investimenti effettuati dall’estero verso aziende strategiche americane: Broadcom rientra al momento dell’ambito delle inchieste del comitato federale perché ha la sede a Singapore. Il Cfius ha aperto un dossier e chiesto nel frattempo a Qualcomm di rimandare di un mese la riunione del Cda; tuttavia, il rientro dell’headquarter di Broadcom in America fa uscire di scena il Cfius e facilita il sì dei regolatori.
Broadcom ha confermato che il ritorno a San José fa decadere ogni possibile timore del Cfius su implicazioni per la sicurezza nazionale legate all’acquisizione di Qualcomm e ha chiarito di aver sin dall’inizio progettato di abbandonare Singapore in tempo per chiudere il deal negli Stati Uniti, come riporta l’agenzia Reuters. Il meeting annuale del consiglio d’amministrazione di Qualcomm è un momento cruciale: si voterà anche per il rinnovo dei membri e Broadcom ha proposto 6 candidati su un board di 11 consiglieri.