LA SFIDA SU TIM

Elliott accelera sulla lista anti-Vivendi

Già la prossima settimana il fondo potrebbe rendere noti i nomi dei 5 candidati italiani al cda di Tim, alternativi a quelli espressi dalla media company francese: certi Paolo Dal Pino e Fulvio Conti

Pubblicato il 13 Mar 2018

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La settimana prossima il fondo Elliott – che si è proposto di sfidare Bolloré su governance, piani e strategie – comincerà a calare le sue carte. Lo scrive il Sole 24 Ore spiegando che il fondo chiederà l’integrazione dell’ordine del giorno per la revoca di alcuni amministratori: da cinque a sette, non di più perché altrimenti decadrebbe l’intero cda.

Il Sole parla di cinque candidati italiani per sostituire cinque consiglieri stranieri: il presidente Arnaud de Puyfontaine, l’Ad Amos Genish, i due manager di Vivendi Hervé Philippe e Frédéric Crepin, e Félicité Herzog. Il fondo attivista di Paul Singer potrebbe dare visibiltà alla lista già la prossima settimana. A oggi i nomi certi sono due: Paolo Dal Pino e Fulvio Conti, entrambi hanno un trascorso nel gruppo Telecom.

Ma non sono i posti in consiglio l’obiettivo prioritario di un fondo attivista- secondo il quotidiano – quanto piuttosto cambiare la direzione di marcia. Oltre alla governance, Elliott vuole splittare la rete per fonderla con Open Fiber, convertire le risparmio che l’astensione di Vivendi aveva stoppato due anni fa e tornare al dividendo.

Come potrebbe difendersi Vivendi?  Una mossa – da azionare, secondo Il Sole, dopo il “record date” del 13 aprile, quando sarà possibile misurare le forze in campo – è che si dimetta la maggioranza degli amministratori (almeno 8 su 15) per far decadere il consiglio. In questo caso dovrebbe essere convocata una nuova assemblea, dopo quella del 24 aprile, per rinnovare il board con il voto di lista. “Alla peggio, Vivendi col 23,9% avrebbe certezza di far rieleggere cinque suoi consiglieri – spiega Il Sole -. Alla meglio, guadagnerebbe tempo per mettere a punto le contromosse”.

Prosegue intanto il road show dell’Ad di Tim, Amos Genish. Oggi per illustrare agli investitori il piano con la separazione della rete il manager fa tappa a New York per poi spostarsi a Boston.

Intanto come anticipato da CorCom, Stefano Siragusa, entra in Tim come Chief Infrastructures Officer. Siragusa ha un profilo manageriale internazionale e ha ricoperto crescenti posizioni di rilievo in molteplici multinazionali. La sua esperienza professionale inizia nel 2000 in Siemens AG dove ricopre il ruolo di Product Manager nella divisione Automazione.

Nel 2002, dopo aver conseguito con lode il suo Mba al Politecnico di Milano, inizia la sua carriera in Boston Consulting Group definendo strategie di creazione di valore in Europa e Asia Pacifico, ma soprattutto in Nord America dove ha vissuto per lungo tempo dal 2005 essendo stato inserito nel programma internazionale talenti di Bcg. Nel 2014, dopo diversi incarichi di crescente responsabilità per Bcg in Italia e all’estero, viene nominato amministratore delegato e direttore generale di Ansaldo STS.

Successivamente diventa Senior Partner and Director di Bain & Company. Dal 2017 è membro dell’Advisory Board dell’università italiana Lumsa. Tra i suoi incarichi, nel 2016 e nel 2017 è membro del Consiglio di Amministrazione di Enav, la società che fornisce il servizio del Controllo del Traffico Aereo e ne supporta con successo la quotazione in Borsa.

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