“Il nuovo piano industriale della società non è stato ancora
oggetto di discussione, nei numeri e negli investimenti/effetti
finanziari, con le rappresentanze sindacali. E’ intenzione della
società intavolare al più presto una discussione proprio su
questo punto”. E' quanto spiega al Corriere delle
Comunicazioni Ermanno Bonifazi, amministratore delegato del Gruppo
Solgenia, dopo che ieri i lavoratori di Solgenia Italia (ex GFI
Italia) sono scesi in piazza per uno sciopero di quattro ore
indetto dalla Fiom e dalla Uilm.
I dipendenti della società di servizi IT hanno protestato davanti
alle sedi aziendali territoriali di Torino, Genova, Milano,
Vicenza, Bologna, Firenze, Spoleto, Roma, Napoli, Bari e, a Torino,
davanti alla sede della Regione Piemonte per protestare contro i
150 esuberi annunciati e il nuovo piano industriale.
“L’iniziativa si è resa necessaria – spiega al Corriere
delle Comunicazioni, Claudio Gonzato della Fiom – in considerazione
della gravità della situazione aziendale che vede una procedura di
licenziamento collettivo aperta per 150 lavoratori e lavoratrici su
un totale di 350, il ritardato pagamento degli stipendi ed un piano
industriale che, in una azienda che non riesce a pagare
regolarmente i suoi dipendenti da oltre un mese, non è
credibile”.
Il piano presentato da Solgenia Italia, secondo i sidacati, prevede
una sorta di “cambio di pelle” da azienda che fornisce servizi
informatici a grandi clienti, come PA e grandi gruppi bancari, a
produttore di software in linea con il business della casa madre.
“Una trasformazione – puntualizza Gonzato – che potrebbe
anche dare i suoi frutti a patto che ci sia chiarezza sul quantum
di investimenti previsti e sul numero di addetti necessari;
condizioni queste che non ci sono affatto”. La vertenza è stata
sottoposta all’attenzione del ministero del Lavoro che – conclude
Gonzato – riceverà le parti sociali il prossimo 30
settembre”.
L’Ad Ermanno Bonifazi, tiene a precisare che Solgenia Italia (ex
GFI Italia, acquisita nel 2010 dal Gruppo Solgenia), "è una
realtà che oggi conta nel nostro Paese oltre 380 dipendenti e ha
sempre cercato di mantenere un atteggiamento di massima trasparenza
e correttezza nei rapporti con i propri lavoratori e le sigle
sindacali. Ne è un esempio il fatto che la società, già
all’inizio del mese di settembre, ha comunicato ai propri
dipendenti che, a fronte dei mancati pagamenti da parte di alcuni
importanti clienti, avrebbe corrisposto gli stipendi di agosto in
data 30 settembre, ovvero con un ritardo di 20 giorni rispetto alla
normale gestione".
“Un caso che rimarrà isolato e che dipende dal ritardo con cui i
nostri clienti, soprattutto della Pubblica Amministrazione, pagano
i nostri servizi” ha precisato Bonifazi. Relativamente alla
strategia di sviluppo, Bonifazi spiega che la decisione di puntare
su soluzioni software ad alto valore aggiunto “è basata sulla
convinzione, supportata da numerose ricerche e analisi di settore,
che sia proprio il software il principale elemento che permetterà
alle aziende che operano nell’Information Technology di ottenere
margini significativi e quindi di crescere e sviluppare
l’azienda, salvaguardando al contempo la maggior parte della
forza lavoro (vedasi i recenti casi di IBM ed HP)”.
In particolare, conclude l’amministratore delegato, “Solgenia
punta a sviluppare una offerta altamente differenziante e
competitiva in ambito cloud computing, software applicativo e
piattaforme per soluzioni in mobilità; una offerta ad alto valore
aggiunto, ben diverso dal core business dell’ex GFI Italia, oggi
Solgenia Italia, e che aveva portato la società a disperdere il
proprio patrimonio netto, fino all’intervento del Gruppo
Solgenia. Tale strategia inoltre conferma a pieno la volontà di
continuare a servire i settori di elezione, PA, Enteprise e
Midmarketcon un fattore distintivo di offerta e competenze a valore
aggiunto che ci permette di essere ancora più competitivi”.