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Uber lascia il Sudest asiatico, cederà il business alla rivale Grab

Nuova ritirata della compagnia dopo l’abbandono dei mercati cinese e russo. Riceverà dal competitor una quota azionaria del 27,5%. L’Ad Dara Khosrowshahi: “Troppe guerre su troppi fronti: è l’ora di concentrarsi sulle piazze che valgono”. Un’altra mossa in vista del debutto in Borsa

Pubblicato il 26 Mar 2018

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Via anche dal Sudest asiatico. Dopo aver abbandonato il mercato cinese e quello russo, Uber Technologies è pronta a cedere le sue attività nella regione alla rivale Grab – sede a Singapore – da cui riceverà una quota azionaria del 27,5%, del valore di svariati miliardi di dollari. L’amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, entrerà a far parte del consiglio di amministrazione di Grab. E’ una delle ultime mosse tese a finanziare le proprie risorse e concentrare la propria attività in vista della quotazione.

Grab, nata nel 2012, opera in otto paesi del sud-est asiatico (Cambogia, Indonesia, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam) e offre il proprio servizio in 191 città: la sua app è stata scaricata da 86 milioni di utenti.

Non si tratta del primo passo indietro di Uber, che ha già rinunciato al mercato cinese nel 2016 e a quello russo nel 2017. “Uno dei potenziali pericoli della nostra strategia globale è che abbiamo intrapreso troppe battaglie su troppi fronti e con troppi concorrenti” ha affermato Khosrowshahi in un’e-mail inviata ai dipendenti di Uber per spiegare l’accordo con Grab. La società statunitense, per competere in otto Paesi del Sud-est asiatico, aveva investito 700 milioni di dollari.

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