IL CASO

Facebook rafforza la privacy, basterà a frenare l’emorragia di utenti?

Semplificate le impostazioni: menù più user friendly, soprattutto da mobile. Secondo un sondaggio di Blind il 30% dei dipendenti delle tech company e sta pianficando l’uscita dal social: al primo posto ci sono i lavoratori di Microsoft (50%), Snapchat (40%), Google (38%) e Amazon (34%)

Pubblicato il 28 Mar 2018

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Inizia il fuggi-fuggi da Facebook dopo lo scandalo Cambridge Analytica? Stando al sondaggio fatto da Blind, la app nata per condurre ricerche anonime online nelle aziende, sembrerebbe di sì. Un terzo dei lavoratori delle principali aziende tecnologiche, da Microsoft a Amazon, sta pianificando di lasciare Facebook; nel caso di Microsoft la percentuale arriva addirittura al 50%.

Blind ha contattato 2.600 lavoratori che hanno scaricato l’app, ai quali è stata posta la domanda: “state pianificando di lasciare Facebook dopo il caso Cambridge Analytica?”. In totale il 31% degli intervistati ha risposto sì. Le cinque aziende hi-tech su cui è stata riscontrata la percentuale più alta sono, appunto, Microsoft (con il 50% dei sì), seguita da Snapchat (46%), Uber (40%), Google (38%) e Amazon (34%). Tra i dipendenti di Facebook ha risposto sì solo il 2%. Quella registrata, sottolineano gli autori della ricerca, è solo una intenzione: “solo il tempo dirà se veramente un terzo dei dipendenti delle compagnie tecnologiche abbandoneranno Facebook”.

Intanto Facebook corre ai ripari e annuncia impostazioni sulla privacy più facili da trovare e utilizzare. “Abbiamo ridisegnato l’intero menù delle impostazioni per i dispositivi mobili – comunica il social network – per facilitare la ricerca. Le impostazioni, prima distribuite su quasi 20 schermate diverse, ora sono accessibili da un unico luogo. Abbiamo anche eliminato le impostazioni obselete, in modo tale che sia chiaro quali informazioni possono o non possono essere condivise con le App”.

“La privacy è una priorità per Facebook – sottolinea la nota – e lavoriamo ogni giorno per aiutare le persone a comprendere meglio i nostri strumenti. Sappiamo che dobbiamo rendere le nostre impostazioni sulla privacy più facili da comprendere, trovare e utilizzare. Come ha sottolineato Mark Zuckerberg la scorsa settimana, faremo tutto il possibile per proteggere le informazioni delle persone e limitare gli usi impropri della piattaforma”.

Tra le novità un nuovo menù di scelta rapida sulla privacy dal quale sarà possibile: rendere più sicuro il proprio account; controllare le informazioni personali; controllare gli annunci pubblicitari che ognuno vede e gestire le informazioni che Facebook utilizza per mostrare le pubblicità.

E Mozilla continua la sua lotta a Facebook. Dopo aver sospeso la pubblicità sulla piattaforma in seguito allo scandalo Cambridge Analytica, la fondazione ha deciso di sviluppare un’estensione per Firefox che limita il tracciamento da parte del social network quando l’utente visita siti di terze parti. Si chiama Facebook Container e sfrutta una tecnologia che garantisce una maggiore privacy durante la navigazione. Dopo aver installato l’estensione, verranno cancellati tutti i cookie di Facebook e il social network non conoscerà più la provenienza del click. Mozilla non registra nessuna informazione, ad eccezione del numero di volte in cui Facebook Container viene installato e rimosso. Pochi giorni fa, Mozilla ha sospeso la pubblicazione delle sue inserzioni su Facebook, in pratica non paga più gli annunci sul social network.

Gli effetti dello scandalo impattano anche sul debutto di nuovi prodotti: Facebook fa slittare la presentazione degli assistenti vocali. Secondo quanto riporta Bloomberg, il social avrebbe messo in standby il lancio del suo smart speaker, una sorta di “maggiordomo vocale” che esegue i comandi dell’utente. Lo smart speaker avrebbe dovuto debuttare in occasione dell’evento F8, in programma l’1 e 2 maggio dove, con tutta probabilità, verranno presentate le nuove regole per la privacy per scongiurare casi simili a quello di Cambridge Analytica.

Il management dell’azienda guidata da Mark Zuckerberg avrebbe timore che presentare un dispositivo che monitora quasi costantemente l’attività degli utenti in casa propria (e quindi raccoglie un’imponente quantità di dati) possa essere azzardato nel clima di scarsa fiducia che circonda il social.

L’obiettivo di Facebook era quello di lanciare la sfida ai prodotti già presenti sul mercato – in primis Amazon Echo e Google Home, a cui sta per aggiungersi l’HomePod di Apple – anche attraverso il ricorso ad un sistema di videochat che dovrebbe permettere agli utenti di dialogare come se ci si trovasse nella stessa stanza. Però sarebbe solo la presentazione a slittare: l’intenzione di Fb resta comunque quella di lanciare sul mercato il nuovi prodotto a fine anno, dice Bloomberg.

Secondo una ricerca di Canalys gli smart speakers sono l’accessorio di elettronica di consumo più in crescita con una previsione di vendite di circa 56,3 milioni di unità nel 2018. Sono stati poco meno di 35 milioni nel 2017 a fronte dei 5 milioni nel 2016. Canalys sostiene che il 2018 sarà l’anno della verità, ovvero quello in cui si comprenderanno tutte le potenzialità di questi device. Quest’anno si capirà come monetizzare questi dispositivi esaltandone le funzionalità grazie ad applicazioni e servizi specifici. Ma, secondo Canalys, gli smart speaker potrebbero diventare un ulteriore strumento per veicolare pubblicità.

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