Un grande percorso collaborativo, di costruzione dell’agenda dell’innovazione. Forum PA 2018 (dal 22 al 24 maggio a Roma) quest’anno debutta quasi in parallelo con la nuova legislatura e ci sono dunque ampi spazi per scrivere un programma di rilancio del sistema Paese. Un rilancio che ha il suo asset principale nella digitalizzazione della pubblica amministrazione, una grande macchina in grado di trainare la crescita. A patto che si investa nei segmenti cruciali, con un occhio agli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030, definiti dall’Onu. In questo senso i convegni di Forum PA proveranno a indicare la strada: il frutto dei confronti sarà la base per redigere un libro bianco da consegnare al nuovo governo.
Quest’anno la novità tematica più interessante si chiama intelligenza artificiale. All’indomani della presentazione del libro bianco di Agid, la kermesse accende i riflettori sulle opportunità ma anche sui rischi che lo sviluppo di servizi “AI based” possono determinare. Servono una programmazione e una pianificazione precisa e concreta al fine di non disperdere tempo e risorse su una tecnologia che presenta molte sfaccettature. Le PA devono certamente tenere ben saldi gli obiettivi da perseguire: lo snellimento burocratico, una rinnovata interoperabilità tra sistemi e una nuova forma di trasparenza attraverso l’implementazione delle pratiche di e-procurement. Ma anche il miglioramento qualitativo dei servizi, la riduzione dei costi, l’accessibilità agli stessi e quindi, di riflesso, la possibilità di sviluppare un nuovo tipo di coinvolgimento della cittadinanza digitale. Perché non va dimenticato che l’AI è una tecnologia abilitante che, come tale, perde di senso se non utilizzata per migliorare la vita dei cittadini.
A fare il paio con l’intelligenza artificiale, tra le innovazioni tecnologiche più interessanti di questi anni, c’è la blockchain. Superata l’eco generata dal fenomeno Bitcoin, inziano a emergerne le potenzialità nello sviluppo di soluzioni caratterizzate da una spiccata sicurezza, specie sul versante dell’affidabilità delle transazioni e della garanzia della tutela dei dati personali.
In questo senso, oltre al settore Fintech, è proprio la PA a essere il settore maggiormente interessato da questa innovazione tecnologica. L’opportunità di gestire transazioni sempre più sicure consente l’evoluzione di sistemi e applicazioni finanziarie, come pure di infrastrutture che gestiscono informazioni personali e dati sensibili, come nel caso di diversi servizi pubblici.
Sono già diverse le esperienze sviluppate in Europa e all’estero che hanno coinvolto le pubbliche amministrazioni nello sviluppo di soluzioni caratterizzate dall’uso di tecnologie di Distributed Ledger e anche in Italia c’è un interesse ormai maturo per il tema. Dopo il primo hackathon su Blockchain e PA organizzato lo scorso anno da Agid e Sogei e l’incontro sul tema organizzato nel Forum PA 2017, questo appuntamento vuole fare il punto su una fase di maggiore maturità dell’implementazione della Distributed Ledger, promuovendo un confronto su scenari applicativi concreti e sui primi dati ed esperienze sul campo.
Restano centrali anche eventi dedicati a temi su cui Forum PA batte da anni: le smart city come piattaforme abilitanti di beneessere, il lavoro che cambia ai tempi della digital transformation e ancora l’uso intelligente dei fondi europei per rilanciare le crescita del Paese.
“Quando diciamo che il Forum PA 2018 sarà il luogo dell’innovazione e degli innovatori è necessario che ci spieghiamo meglio. Innovazione è una parola-contenitore che in sé non ci dice nulla sulla sua qualità e sui valori di cui è portatrice. Innovazioni meravigliose e innovazioni devastanti hanno costellato gli ultimi decenni della nostra storia – spiega il presidente di Fpa, Carlo Mochi Sismondi – Quando penso al nostro lavoro di accompagnamento all’innovazione nelle e per le amministrazioni pubbliche, e a Forum PA come momento clou di questa azione, io penso a un’innovazione che metta al centro la crescita delle persone e la crescita della qualità della loro vita e del loro lavoro. In questo senso parlo di un’innovazione empatica perché empatia vuol dire essere capaci di uscire da noi stessi e permettere all’altro di entrare nella nostra sfera. Proprio quello che deve fare la PA: uscire dal palazzo e accettare la complessità della nostra società e la molteplicità degli interessi e delle forze in campo non come un ostacolo, ma come una ricchezza delle comunità. È quello che abbiamo chiamato ‘governo con la rete’. Noi crediamo che sia solo questa la modalità di collaborazione e interdipendenza tra le diverse componenti, con una regia lungimirante svolta dalle funzioni di governo, che ci può far avanzare verso quello sviluppo equo e sostenibile, secondo le indicazioni dell’Agenda 2030, che è il fine stesso dell’azione pubblica”.
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