Il cda di Tim si spacca sul bonus milionario in azioni da destinare ai manager nel caso in cui fossero raggiunti gli obiettivi del piano industriale dell’Ad Amos Genish, approvato ieri all’unanimità dal board stesso. Si tratta di 85 milioni di azioni gratuite, di cui 30 destinate a Genish. Secondo quanto riporta la Repubblica, la frattura tra i consiglieri di Vivendi e quelli di Assogestioni è insanabile e non avrebbe permesso il raggiungimento della maggioranza. L’ultima parola sui bonus spetta all’assemblea del 24 aprile. E in vista dell’assise il cda ha deciso di riunirsi il 9 aprile per discutere delle eventuali azioni dopo la decisione del collegio sindacale di integrare l’agenda dei lavori dell’assemblea, sulla base della richiesta formulata dai soci Elliott International Lp, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partnership. La società è in “attesa di ricevere dal collegio Sindacale la documentazione prevista dalla legge al fine di procedere ai necessari adempimenti pubblicitari”.
L’integrazione dell’ordine del giorno dell’assise riguarda la revoca degli amministratori e la nomina di sei nuovi amministratori. Si tratta – questi i nomi della lista depositata dall’hedge fund – di Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini e Rocco Sabelli, in sostituzione di Arnaud Roy de Puyfontaine, Hervè Philippe, Frédéric Crépin, Giuseppe Recchi, Félicité Herzog e Anna Jones che si sono dimessi il 22 marzo. Secondo Elliott nel caso in cui l’assemblea del 24 aprile dovesse schierarsi a suo favore, sarebbe inutile procedere a un altro meeting il 4 maggio.
Intanto i fondi italiani del Comitato gestori si smarcano da Elliott e presentano una lista propria per il collegio sindacale. I gestori che hanno presentato le liste sono titolari di oltre l’1,5% delle azioni ordinarie della società e ricandidano come sindaci effettivi Roberto Capone e Anna Doro. Tra i sindaci supplenti sono candidati Franco Dalla Sega e Laura Fiordelisi. Le candidature rese note dal Comitato gestori di Assogestioni, nell’ultimo giorno utile per il deposito delle liste per il collegio sindacale, sono state presentate da un gruppo di gestori e investitori istituzionali. Ne fanno parte Aberdeen Asset Management, Aletti Gestielle SGR, Amundi SGR, Anima SGR, Arca Fondi SGR, Anthilia Capital Partners SGR, BancoPosta Fondi SGR, Epsilon SGR, Eurizon Capital SGR, Eurizon Capital SA, Fidelity Funds Sicav, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Investimenti SGR, Interfund Sicav, Legal&General Assurance (Pensions Management) Limited, Kairos Partners SGR, Mediolanum Gestione Fondi SGR.
Oltre che dell’ordine del giorno dalla prossima assise e del compenso dei manager, il cda ha focalizzato l’attenzione anche sulla corporate governance che può migliorare. E’ lo stesso board che fa autocritica nella relazione sul governo societario e gli assetti proprietari preparata in vista dell’assemblea. “Si ritiene si dovrebbe lavorare sui seguenti temi: l’approfondimento delle strategie e degli elementi di business; un processo di induction (ovvero di formazione in entrata) che valorizzi i principi di corporate governance applicabili alle società quotate italiane; il miglioramento della coesione del Consiglio e della reciproca conoscenza dei Consiglieri; il perfezionamento della tempistica e della struttura dell’informativa distribuita; l’analisi dei rischi; il processo della successione del management”, si legge nella relazione.
Dal 2005 il cda fa un’autovalutazione del suo lavoro ma “tenuto conto che il 2017 ha rappresentato il primo anno di mandato”, si legge nella relazione, quest’anno i consiglieri sono stati affiancati da un consulente, Eric Salmon & Partners, che ha predisposto un questionario individuale per tutti consiglieri a cui è seguito un momento di condivisione. “La corporate governance si qualifica infine come ambito che necessita di ulteriore impegno, secondo la logica del continuous improvement per cui le mete raggiunte non sono che la base di partenza per il perseguimento di nuovi e più sfidanti obiettivi” sottolinea la relazione. Sono stati invece identificati come punti di forza, tra gli altri “il senso di appartenenza Consiglieri; la libertà d’opinione; il livello di coinvolgimento e d’impegno dei componenti il Consiglio; l’indipendenza del dibattito; le caratteristiche personali e professionali dei Consiglieri”.