Incassi sopra alle aspettative per le casse britanniche dall’asta per le frequenze 4G e 5G lanciata dall’Authority Ofcom. Gli operatori mobili hanno speso complessivamente oltre 1,35 miliardi di sterline (per la precisione 1.355.744.000, corrispondenti a circa 1,100 miliardi di euro), un risultato superiore alle attese, ma comunque inferiore a quello dell’asta per il 3G di vent’anni fa (totalizzò 22,5 miliardi di sterline) e di quella per il 4G (2,3 miliardi). “Ma i prezzi pagati dimostrano comunque quanto siano preziose queste onde radio per gli operatori, in particolare in vista del 5G” notano gli analisti di Assembly, riporta il Financial Times. Secondo Bernstein si tratta di un risultato “sfidante” per gli operatori europei che nei prossimi mesi dovranno affrontare le aste 5G anche in Germania e Italia. Lo Stato italiano in particolare si aspetta un incasso di 2,5 miliardi per frequenze poste in tre diverse fasce di spettro.
L’UK ha messo a gara 34 lotti di spettro in due bande di frequenza: la 2,3 Ghz utilizzabile dai telefoni cellulari attuali e che contribuirà a migliorare la capacità 4G per gli utenti mobili di oggi. E la banda 3,4 GHz, una delle bande “pioniere” destinate al 5G, la prossima generazione di tecnologia mobile.
Sono quattro i gruppi che si sono aggiudicati le frequenze. In particolare EE (di proprietà di BT) ha pagato 302 milioni di sterline per 40 Mhz a 3,4Ghz, Vodafone 378 mln per 50Mhz a 3,4 Ghz, O2 (Telefònica UK) 205 mln per 40Mhz a 2,3 Ghz e anche 317 mln per 40 Mhz a 3,4 Ghz. Ancora, Three (Hutchison) ha vinto 20 Mhz a 3,4 Ghz per 151 mln. Rimasta fuori Airspan Spectrum.
Sul fronte 5G EE parte in vantaggio: al momento è l’operatore a detenere la maggior quantità di frequenze adatte al 5G, avendone incamerate altre dall’acquisizione di Relish.
Subito dopo la fase di assegnazione Ofcom rilascerà ai vincitori le licenze consentendo così un utilizzo immediato. I test commerciali 5G dovrebbero aver luogo entro la fine dell’anno, ma per i lanci commerciali servirà aspettare fine 2019-inizio 2020.
Philip Marnick, direttore Spectrum Group presso Ofcom: “Come nazione stiamo usando sempre più dati mobili su smartphone e dispositivi mobili. Il rilascio di queste onde radio renderà più veloce e facile l’accesso online. E permetterà alle aziende di prepararsi per il 5G mobile, aprendo la strada a una gamma di dispositivi intelligenti e connessi”.
Anche l’Italia si sta avvicinando a grandi passi all’asta. Oggi il ministero dello Sviluppo ha avviato la consultazione pubblica sul processo di liberazione della banda 700: gli operatori hanno tempo fino al 6 maggio per rispondere. Il focus in particolare è sulla roadmap che individua le scadenze della tabella di marcia ai fini dell’attuazione degli obiettivi della decisione (UE) 2017/899 che tiene conto della necessità di fissare un periodo transitorio, dal 1º gennaio 2020 al 30 giugno 2022, per assicurare il rilascio delle frequenze da parte di tutti gli operatori di rete titolari di relativi diritti d’uso in ambito nazionale e locale e la ristrutturazione del multiplex contenente l’informazione regionale da parte del concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.
Di due giorni fa l’ok dell’Antitrust alla gara prevista in Finanziaria e alle proposte di Agcom. Serve “garantire e ampliare le condizioni di mercato concorrenziali – ha scritto l’authority – e che incentivino gli investimenti nei servizi di Tlc mobile”. Valutate positivamente “riserve e limiti all’acquisizione” di spettro radio. Ora però, avverte l’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella: “Procedere in modo celere”.