Entro poco tempo Torino diventerà una città attenta ai processi
di business intelligence per la conoscenza, l’ambiente, la
qualità sociale, la mobilità. In una parola, Torino diventerà
Smart City, grazie ad un programma di lavoro sviluppato in stretta
collaborazione con le città di Lione e di Monaco di Baviera.
Il ruolo e il peso di questo progetto saranno discussi nel corso
della giornata di apertura del salone “Dna.italia – Tecnologia,
Cultura, Economia per il Patrimonio”, in programma dal 3 al 5
novembre 2011 al Lingotto Fiere di Torino (www.dnaitalia.it),
dedicata alla presentazione delle “città intelligenti” nel
loro contesto di trasformazione e valorizzazione culturale.
Per diventare Smart City non si pensa ad un singolo progetto, ma a
un insieme di azioni che renderanno Torino “città
intelligente” in grado di produrre alta tecnologia, ridurre i
consumi energetici degli edifici, promuovere trasporti puliti,
migliorare in generale la qualità della vita dei suoi abitanti.
Questi i principali assi operativi:
• Economia della conoscenza: la piattaforma
Torino Smart City amplierà responsabilità, coralità e
penetrazione dell’innovazione nel tessuto urbano di Torino. La
contaminazione di esperienze tra centri di ricerca, università,
industrie, professionisti, cittadini, amministratori, costituirà
il punto di forza per una nuova economia urbana.
• Qualità sociale: le competenze sviluppate a
Torino da istituti universitari, ricercatori, professionisti
innovativi, sono chiamate a un grande sforzo per allestire e
sperimentare su larga scala nuove soluzioni, sistemi, tecnologie di
miglioramento della qualità della vita nella città. È un impegno
che contribuirà a formare una nuova classe dirigente in grado di
gestire i nuovi orizzonti di intelligence urbana.
• Inclusione sociale: il “sociale” non è
solamente un risvolto del progetto ma insieme l’obiettivo e il
metodo di lavoro. La città si sta alleando con pochi grandi gruppi
industriali per vincere e gestire importanti bandi europei in modo
verticale e dare solidità imprenditoriale alle iniziative di
innovazione; parallelamente, compenserà le azioni
“dall’alto” con importanti e numerose iniziative di
concertazione a vantaggio delle comunità locali.
• Mobilità sostenibile: reti stradali a
gestione intelligente, fonti rinnovabili decentrate per la ricarica
di batterie, infomobilità, combustibili alternativi, nuovi
veicoli, accessibilità, intermodalità, eco-guida: sono gli ambiti
di ricerca e sviluppo che impatteranno in modo significativo sul
tessuto urbano, sui flussi di traffico e, al tempo stesso, sulle
strutture di governo della città.
• Qualità dell’ambiente urbano: energie
rinnovabili, eco-building, quartieri a alta sostenibilità
ambientale rappresentano gli assi di sperimentazione con le
maggiori dotazioni finanziarie a livello Europeo: il 25% dei fondi
dell’attuale “Programma Quadro” sono orientati infatti
all’energia. Le previsioni per il prossimo programma di
finanziamento indicano un forte orientamento sulle piattaforme
tecnologiche, nelle quali prevale l’aspetto della sostenibilità
energetica dei sistemi, dei processi, del territorio.
• Living Lab: Torino potrà diventare una vera e
propria piattaforma di sperimentazione: un “living lab” su cui
verificare in scala reale le applicazioni, confrontarle, misurarle
negli impatti sociali e economici, e proporre – inizialmente per
tutta la città e successivamente alla regione – gli esiti della
sperimentazione. In tal quadro, va segnalato il progetto Ict
“Cruscotto sulla sicurezza urbana”: una piattaforma informativa
trasversale rispetto alle competenze del Comune, aperto alla
rilevazione di informazioni utili allo sviluppo di politiche sulla
sicurezza. Il “cruscotto” gestisce un insieme di indicatori che
descrivono e valutano le condizioni e la percezione della sicurezza
del territorio comunale, per supportare la presa di decisioni. Lo
strumento è già accessibile online da parte dei soggetti – nei
diversi settori comunali – interessati alle politiche e alle azioni
in merito di qualità della vita e sicurezza. Il sistema è in
grado di rilevare in modo dinamico e georeferenziato i fenomeni di
insicurezza, tutte le variabili (territoriali, strutturali e
infrastrutturali, socio-demografiche e socio-economiche) che
possono condizionare la sicurezza sul territorio e si basa su
informazioni provenienti dal web – dai social network ai siti
istituzionali del Comune e di altri Enti – al fine di poter
monitorare la percezioni della sicurezza dei cittadini.