Via tutti i “Tutor” dalle autostrade italiane. Lo ha stabilito, riporta il sito della Repubblica, la Corte d’Appello di Roma chiudendo così una causa avviata nel 2006 dalla società Craft di Greve in Chianti. Secondo i giudici il sistema Tutor utilizzato dalla Società Autostrade per il controllo della velocità media sarebbe una contraffazione di un brevetto di proprietà di una piccola azienda toscana per cui la Società Autostrade non può più utilizzarlo.
Il safety tutor è il sistema di controllo della velocità media utilizzato dal 2004 sulla gran parte della rete autostradale italiana, che misura e sanziona i veicoli che in un determinato tratto superano mediamente il limite di velocità. Si basa sull’utilizzo di un dispositivo in grado di leggere le targhe di tutti i veicoli grazie a due postazioni a distanza collegate a un elaboratore centrale che calcola i tempi di percorrenza e rileva le violazioni dei limiti di velocità.
La sentenza, stabilendo che il brevetto appartiene alla società ricorrente, ordina ad Autostrade di astenersi per il futuro dal fabbricare, commercializzare e utilizzare il sistema. In teoria Autostrade per l’Italia dovrebbe rimuovere e distruggere tutti i tutor per violazione di brevetto.
I giudici hanno tuttavia consentito ad Autostrade di comprare il brevetto dalla Craft. Autostrade ha poco tempo a disposizione: i giudici hanno fissato una sanzione di 500 euro per ogni giorno di utilizzo del sistema.
Nel 2015 la Cassazione aveva respinto il ricorso di Autostrade che sosteneva la nullità del brevetto Craft e aveva disposto un nuovo giudizio di Appello per stabilire se Autostrade avesse contraffatto il dispositivo inventato da Romolo Donnini.