Il 2018 potrebbe essere l’anno della svolta per l’Intelligenza artificiale in Europa. In occasione del Digital Day 2018, 25 Paesi europei – c’è anche l’Italia – hanno firmato un patto per lo Sviluppo dell’AI che, nelle intenzioni, cercherà di recuperare il gap con Usa, Cina e Giappone, Paesi che più di altri stanno investendo nel settore.
“La cooperazione tra gli Stati membri punterà al rafforzamento dei centri di ricerca europei sull’AI, sulla creazione di sinergie tra atenei e imprese e sulla diffusione dei sistemi di finanziamento nonché sull’analisi dell’impatto di questa tecnologia sulla società e sull’economia – spiegano Andrus Ansip e Mariya Gabriel – Gli Stati membri avvieranno un dialogo continuo con la Commissione, che fungerà da facilitatore”.
L’accordo coinvolge Bulgaria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Olanda, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia, UK, Norvegia.
La Commissione si impegna ad investire, da qui al 2020, oltre 1 miliardo di euro – la proposta dello stanziamento verrà fatta in occasione della redazione del Bilancio 2021-2027 – che si andranno ad aggiungere agli investimenti nazionali. La Francia ad esempio ha di recente lanciato un programma che impegna l’Eliseo a stanziare 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici per cinque anni (2018-2022), di cui 400 milioni destinati specificamente ai progetti di innovazione disruptive; le risorse saranno prelevate dal più vasto pacchetto (10 miliardi di euro) di Fondi per l’Innovazione e l’industria annunciato a inizio anno.
Una parte europeo del “patto per l’AI” è dedicata alla formazione e all’occupazione. Secondo i numeri della Commissione i posti di lavoro creati in Europa dall’AI sono già 1,8 milioni, con una crescita del 5% all’anno dal 2011, mentre oggi ci sarebbero a disposizione circa 350mila posti. Il timore è che queste posizioni restino vacanti per mancanza di competenze specifiche: ecco perché la Commissione si impegna a mettere in campo azioni per la riqualificazione delle figure professionali nei settori toccati dalla “rivoluzione”. Tra questi spiccano l’automotive, il tessile, il comparto spaziale e quello turistico.
Focus anche sulla questione etica. Entro fine anno una task force elaborerà un codice etico che verterà su due concetti chiave, sicurezza e responsabilità.
L’Italia è in pista per la corsa verso l’AI. A marzo l’Agenzia per l’Italia digitale ha presentato il Libro Bianco per l’adozione sostenibile e responsabile dell’Intelligenza Artificiale e messo sul piatto 5 milioni di euro per lo sviluppo di progetti pilota per le Pubbliche amministrazioni che collaboreranno con l’Agenzia all’individuazione delle iniziative.
“All’interno del volume si raccomanda di utilizzare i sistemi IA nel rispetto dei principi di privacy, trasparenza e sicurezza a tutela dei cittadini – spiega il dg Antonio Samaritani – In particolare si condivide la necessità di rendere pubblici i meccanismi di funzionamento degli algoritmi e le logiche di costruzione dei database e di elaborare linee guida per il security by design nell’utilizzo dell’AI, di sviluppare percorsi di preparazione ad hoc all’interno della PA, per formare esperti di Intelligenza artificiale e di creare una piattaforma nazionale per testare e sviluppare le soluzioni”.
I fondi sono messi a disposizione dall’Agenzia per l’Italia Digitale nell’ambito delle linee di finanziamento per la promozione del procurement innovativo e di percorsi di open innovation, in coerenza con gli obiettivi fissati dal Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione.
I 5 milioni potranno essere utilizzati per finanziare progetti che risponderanno alle raccomandazioni contenute nel Libro bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino, frutto del lavoro svolto dalla task force, dalla community aperta su AI.Italia.it e dal successivo percorso di consultazione pubblica.
I progetti potranno riguardare diversi ambiti d’applicazione individuati dal Libro Bianco. Tra questi: i chatbot, ossia i robot che rispondono in tempo reale alle domande degli utenti, i sistemi automatici di diagnostica in grado di individuare velocemente la patologia di un paziente, le piattaforme automatiche per supportare gli insegnanti nella valutazione dei compiti scolastici, i sistemi avanzati di elaborazione dei dati per contrastare l’evasione fiscale e altro ancora.
Sono molteplici i campi di applicazione dell’IA nel settore pubblico: dalla prevenzione dei disastri ambientali, dove è possibile operare simulazioni delle conseguenze dei fenomeni naturali, alla scuola, dove sono già disponibili assistenti didattici artificiali in grado di seguire gli studenti singolarmente.