Non bastano le aziende. In vista dell’entrata in vigore del Gdpr anche università, enti di ricerca e scuole devono diventare un sistema “privacy oriented”. E’ il senso emerso all’incontro romano organizzato dal Garante privacy in collaborazione con il Cineca – il Consorzio nazionale di Supercalcolo con sede a Casalecchio di Reno – per presentare al sistema accademico nazionale le novità introdotte dal Gdpr. Alla vigilia dell’entrata in vigore, prevista per il 25 maggio, il Garante chiede alle università e al mondo della ricerca di andare oltre l’applicazione delle prescrizioni, e farsi parte attiva nella diffusione di una “cultura del valore dei dati” nella società.
L’applicazione del Regolamento europeo in ambito universitario è stata affrontata dai responsabili del Garante nei diversi aspetti normativo, organizzativo, tecnico. In particolare Licia Califano, professore ordinario di Diritto costituzionale e componente del Garante Privacy, ha affrontato alcuni temi cruciali introdotti o aggiornati dal Regolamento. Fra gli altri il principio di responsabilizzazione rispetto al trattamento dei dati personali da parte della PA, i cambiamenti dei principi e dei diritti degli interessati, gli impatti sull’organizzazione, per quanto riguarda ruoli e adempimenti, il ruolo del Responsabile della Protezione dei dati in ambito pubblico, il registro delle attività di trattamento, i temi del “Data protection by default and by design”, e le tematiche della sicurezza (minimizzazione dei rischi e data breach). Si tratta – ha detto Califano – “di un approccio mirato alla riduzione dei rischi connessi ai trattamenti che trova il suo completamento in un severo quadro sanzionatorio”.
Giovanni Emanuele Corazza, Presidente del Cineca ha fatto luce sulla “natura multistrato del provvedimento, spaziando tra tutti i principali livelli di impatto del Regolamento sulle nostre organizzazioni: dall’aspetto giuridico-normativo, a quello organizzativo, a quello contrattuale, per arrivare al livello tecnico, nel quale in particolar modo il Cineca fa la sua parte, e infine anche quello comunicativo”.