STRATEGIE

Nasce l’alleanza europea per la blockchain, ma senza l’Italia

Il nostro Paese non aderisce alla partnership che mira a consolidare il ruolo della Ue nel settore. Coinvolti 22 Paesi. Sul piatto quasi 400 milioni. Affondo dei 5 Stelle. L’europarlamentare Dario Tamburrano: “Rimediare a questa scelta miope”

Pubblicato il 12 Apr 2018

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L’Italia non aderisce alla European Blockchain Partnership firmata da 22 Paesi in occasione del Digital Day 2018. Un’alleanza che mira allo scambio di esperienze e competenze in materia di tecnologie e regolazione e a preparare il lancio di applicazioni blockchain nel mercato unico digitale europeo, evitando evitare “un approccio frammentato” dei vari attori del settore. L’obiettivo è consolidare il ruolo guida dell’Europa nella blockchain.

“In futuro tutti i servizi pubblici useranno la tecnologia blockchain, il cui enorme potenziale potrà essere sfruttato per offrire migliori servizi per i cittadini grazie al lavoro congiunto dei Paesi europei e della Commissione”, ha spiegato il commissario Ue all’Economia digitale, Mariya Gabriel.

In una dichiarazione sottoscritta martedì, ciascuno dei 22 Paesi – tra i quali non figura l’Italia – si impegna a designare un rappresentante nazionale che lavorerà assieme all’esecutivo comunitario per definire le linee di intervento della Partnership, che si avvarrà dell’esperienza dell’Osservatorio e Forum della Ue sulla blockchain istituito da Bruxelles lo scorso febbraio. In particolare, entro il prossimo settembre sarà identificato un gruppo iniziale di servizi pubblici digitali transfrontalieri esistenti che grazie a blockchain possono guadagnare valore aggiunto e, prima della fine dell’anno, saranno identificati il modello di governance della Partnership e le applicazioni tecniche dell’iniziativa. La Commissione Ue ha già investito oltre 80 milioni di euro in progetti legati alla tecnologia blockchain e ulteriori 300 milioni saranno stanziati di qui al 2020.

I Paesi aderenti alla European Blockchain Partnership sono Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finland, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia.

La non adesione dell’Italia ha ricevuto dure critiche dai 5 Stelle. “L’Europa deve giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo delle tecnologie blockchain – dice l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Dario Tamburrano –  La dichiarazione che stabilisce la European Blockchain Partnership cui hanno aderito 22 paesi europei tra cui addirittura il Regno Unito è una buona notizia. Dispiace che l’Italia abbia snobbato questo appuntamento con il futuro proprio quando le problematiche relative a tutela e sicurezza dei dati personali sono argomenti di recente attualità. La tecnologia blockchain sta già entrando nella vita quotidiana di cittadini e imprese, solo per citare alcuni esempi, nella gestione dello scambio di energia, della logistica, la tutela dei dati personali, sanitari e della proprietà intellettuale, sicurezza dei registri pubblici come catasto o anagrafe. Una volta al governo rimedieremo a questa scelta miope”.

“Il Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo ha proposto già lo scorso anno un progetto pilota, che è stato approvato e finanziato nel bilancio UE 2018, per l’impiego della tecnologia blockchain negli scambi di energia fra prosumer, saltando l’intermediazione di operatori elettrici e finanziari e i costi che ne derivano per i cittadini – conclude Tamburrano – Siamo già al lavoro in Europa anche nel gettare le basi dei futuri quadri regolatori della blockchain in tutti i settori. Siamo gli unici in Italia a volere e potere portare l’Italia nel futuro dove finora tutti gli altri hanno fallito”.

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