Biometria per aumentare la sicurezza dei cittadini europei ed eliminare la carta. La Commissione europea ha presentato una proposta che tra i punti chiave prevede la definizione di norme comuni di sicurezza valide in tutta la Ue in linea con le norme minime di sicurezza internazionali, obbligatorietà dei dati biometrici per i paesi che rilasciano carte d’identità. Le carte d’identità dei cittadini Ue e le carte di soggiorno dei loro familiari cittadini di paesi terzi comprenderanno dati biometrici, ossia impronte digitali e immagini del volto, che saranno conservati in un chip inserito nel documento. Secondo le stime di Bruxelles, 80 milioni di europei hanno attualmente carte d’identità che non si prestano alla lettura automatizzata e sono prive di identificatori biometrici.
“Se passeranno le proposte presentate oggi dalla Commissione Europea, nel giro di due anni a partire dall’entrata in vigore del regolamento le carte d’identità cartacee dovranno essere tolte dalla circolazione e cesseranno di essere valide oppure alla scadenza del documento, se precedente – ha spiegato il commissario agli Affari Interni Dimitris Avramopoulos – Le minacce alla nostra sicurezza non svaniscono – ha detto – criminali e terroristi usano nuovi strumenti per danneggiarci, ma oggi dimostriamo di essere più veloci e più intelligenti. Oggi adottiamo una serie di strumenti per essere un passo avanti, per restringere gli spazi”.
“Dopo gli attacchi che abbiamo fronteggiato – ha continuato Avramopoulos – non è più accettabile che 88 mln di cittadini europei usino carte d’identità in carta, anche per viaggiare al di là dei confini. I controlli sistematici sui cittadini Ue ai confini esterni si fondano pesantemente sui dati biometrici. Per questo proponiamo che entro due anni tutte le carte d’identità in carta siano tolte dalla circolazione e che entro cinque anni tutte le carte d’identità con un chip contengano un’immagine biometrica e due impronte digitali. Nessun criminale o terrorista dovrebbe potersi nascondere dietro una carta d’identità falsa”.
L’Italia, ha aggiunto Avramopoulos, “è uno dei Paesi in cui i cittadini ancora utilizzano carte d’identità cartacee: non siamo qui per biasimare i Paesi, ma per aiutarli. Le autorità devono poter essere nella posizione di confidare che il possessore del documento” sia chi dice di essere, e per questo “servono requisiti minimi di sicurezza”. A chi gli ha chiesto cosa accadrà ai documenti cartacei, se le autorità non saranno in grado di sostituirli in tempo, Avramopoulos si è limitato a replicare che “questa è una domanda ipotetica. Sono sicuro che i cittadini accoglieranno con favore questa proposta”.
Nel nostro Paese si prova a far decollare la carta di identità elettronica (Cie) da almeno 15 anni: ci sono almeno 3 provvedimenti, che prevedevano le modalità di emissione, produzione, in prima istanza con risorse a carico dei Comuni anche se nell’ambito di una sperimentazione a livello nazionale.
L’ultimo in ordine di tempo è di dicembre 2015: si tratta del decreto del ministro dell’Interno, messo a punto di concerto con i ministeri della PA e dell’Economia, che sblocca dopo 20 anni l’iter della Cie, la carta d’identità elettronica in attuazione di quanto previsto del Dl Enti Locali.
La nuova carta d’identità elettronica, su cui sono presenti le impronte digitali, il codice fiscale e gli estremi dell’atto di nascita, corredati da una serie di elementi di sicurezza, oltre ad essere strumento di identificazione del cittadino è anche un documento di viaggio in tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea e in quelli con cui lo Stato italiano ha firmato specifici accordi.
Il cittadino può chiedere la Cie al Comune di residenza o di dimora nei casi di primo rilascio, deterioramento, smarrimento o furto del documento di identificazione. E’ prevista anche la facoltà del cittadino maggiorenne di indicare il consenso o il diniego alla donazione di organi e/o tessuti in caso di morte.
Il successo della Cie è legato a doppio filo con Spid, il sistema pubblico di identità digitale. L’Agenzia per l’Italia digitale è a lavoro per fare della Cie il terzo livello di Spid. Il primo livello consente l’accesso ai servizi digitali attraverso user id e password; il secondo livello consente l’accesso a dati che richiedono sicurezza maggiore con la one-time password; il terzo livello che consente l’accesso a dati sensibili deve essere fatto con un supporto fisico e separato per garantire la sicurezza all’accesso dei servizi mbile, come quelli di pagamento.