Da culla dell’IT a culla degli smartphone. E’ la trasformazione
che sta vivendo la Silicon Valley, dove grandi compagnie
telefoniche – At&T, Verizon e Vodafone in prima linea – hanno
aperto centri di ricerca e sviluppo dedicati, appunto, ai cellulari
intelligenti.
"La ragione per cui siamo qui è che questo è il centro del
mondo in questo momento”, ha spiegato Fay Arjomandi, responsabile
R&S di Vodafone negli Usa, in occasione dell’inaugurazione del
laboratorio Xone a Redwood City lo scorso mese.
L’avvento sul mercato prima di Apple e poi di Android ha
rivoluzionato il concetto stesso di telefonino, facendo della app
il perno del business. E proprio per rafforzare questo business le
telco si stanno concentrando sugli ecosistemi, studiando tendenze e
progressi e affidandosi alla lunga esperienza degli sviluppatori
della Silicon Valley.
Il laboratorio di Vodafone permette agli sviluppatori di realizzare
le idee e di testarle su applicazioni e servizi. "Vogliamo
portare sul mercato queste idee e accelerare il processo di
diffusione di nuovi servizi – ha puntualizzato Arjomandi – La
speranza è che in sei o nove mesi dopo che l’idea si è
realizzata nel centro possa trovarsi nelle mani dei nostri
utenti”.
Una settimana dopo l'apertura del lab di Vodafone, anche AT&T
ha inaugurato il suo centro di ricerca a Palo Alto, trasformando in
un luogo che fa innovazione una vecchia lavanderia a vapore.
“L’apertura della struttura – ha spiegato John Donovan, Cto
di AT&T – è in linea con la nostra trasformazione che ci
porterà, da compagnia di Tlc, a società di tecnologia”.
Gli operatori hanno sentito il bisogno di cambiare per la sempre
maggiore importanza di società IT come Apple e Google che stanno
muovendo verso il settore delle telefonia, come dimostra
l’acquisto di Motorola da parte di BigG.
"Le telco devono dimostrare che sono una parte
dell'ecosistema – spiega Chris Jones, analista di Canalys –
In quest’ultimo anno c’è stato un grande cambiamento e c’è
stato il rischio che le compagnie telefoniche si trasformassero in
tubi stupidi”.
In un mercato sempre più scolpito su App Store di Apple e Android
Market, gli operatori sentono di poter ancora essere competitivi,
offrendo applicazioni premium e servizi basati sulla capacità
delle loro reti.