30 milioni di dollari investiti da Google per svilupparlo; 2000
partner che lo utilizzano in tutto il mondo e che hanno fornito a
oggi 500mila ore di contenuti come file di riferimento, dai quali
viene generato più di un terzo dei guadagni dei partner derivati
dalla pubblicità su YouTube: questi i principali numeri di Content
ID, lo strumento introdotto 5 anni fa da Google per offrire una
sofisticata soluzione di tutela del copyright dei contenuti sulla
propria piattaforma di hosting video YouTube.
La gestione dei diritti digitali su scala globale è tutt’altro
che elementare. Non si tratta solo di assicurarsi che i contenuti
che violano il copyright vengano rimossi dalla piattaforma se il
detentore dei diritti lo desidera. E’ anche fondamentale che la
soluzione adottata consenta di sviluppare modelli di business
innovativi, che garantiscano ai detentori dei diritti di trarre
guadagni dal contenuto digitale.
La problematica è complessa. Cosa fare, ad esempio, se i diritti
di un video sono detenuti da proprietari differenti in diversi
paesi? O, ancora, come può una casa di produzione cinematografica
proteggere il contenuto prima dell’uscita di un nuovo film,
volendo allo stesso tempo trarre dei guadagni attraverso la
pubblicità una volta che il film è nelle sale, anche quando ci
sono date di uscita diverse in più paesi?
E’ per rispondere efficacemente a questo tipo di domande che
Google ha sviluppato una soluzione tecnologicamente sofisticata
come Content ID.
Con la tecnologia di identificazione del contenuto di YouTube,
ciascun partner può rivendicare la proprietà dei propri contenuti
e di conseguenza decidere come gestirli. Il partner deve solo
fornire file di riferimento che consentano di identificare il
contenuto e scegliere quale policy desidera applicarvi tra quelle
descritte di seguito:
1. controllo dei video: semplice monitoraggio
dell’uso dei contenuti protetti da copyright da parte degli
utenti di YouTube, senza interventi da parte del detentore dei
diritti
2. monetizzazione, attraverso la pubblicità, sia
dei contenuti originali del detentore dei diritti sia di quelli
caricati dagli utenti, che quindi vengono rivendicati dal detentore
dei diritti che ne trae un guadagno attraverso la pubblicità
3. blocco dei contenuti utilizzati senza
autorizzazione, affinché non compaiano sulla
piattaforma.
Per ciascuno dei contenuti rivendicati, il partner può decidere
non solo di applicare una delle tre opzioni descritte, ma anche
personalizzare ulteriormente la gestione dei contenuti stessi
attraverso funzioni come la georestrizione che consente, ad
esempio, di monetizzare un contenuto in Italia e bloccarlo invece
all’estero.
La tecnologia – che funziona secondo lo stesso principio sia per
i contenuti video sia per quelli audio – si basa su un database
di materiali di riferimento fornito dal partner titolare dei
diritti, a partire dal quale vengono individuate le eventuali
corrispondenze con i contenuti caricati dagli utenti e di
proprietà del partner. Nel momento in cui sono tali corrispondenze
vengono rilevate, il sistema Content ID applica in maniera
automatica la policy selezionata dal proprietario dei diritti. Le
policy possono essere differenziate per ogni singolo video e
modificate in qualsiasi momento a discrezione del partner.
L’investimento in tecnologie come Content ID, che permettano di
creare modelli di business profittevoli per i detentori dei diritti
dei contenuti online è importante anche in quanto contribuisce
alla crescita dell’economia Internet e, di conseguenza, ha un
concreto impatto positivo sullo sviluppo economico del Paese.
L’importanza dello sviluppo della Internet Economy per l’Italia
è stata chiaramente quantificata dallo studio “Fattore Internet.
Come Internet sta trasformando l’economia italiana”, realizzato
da Boston Consulting Group ad aprile 2011 e commissionato da
Google. Secondo questo rapporto, favorire lo sviluppo
dell’Internet Economy potrà portarne il peso dall’attuale 2%
del Pil (valore riferito al 2010) a circa il 4% entro il 2015.
Questo significa che per ogni euro di crescita del PIL italiano da
qui al 2015, in media 15 centesimi potranno essere riconducibili
all’espansione della Internet Economy.
Una dimensione del potenziale impatto positivo sull’economia la
fornisce anche il dato di Audiweb, che misura nel +16,5% la
crescita del consumo di video online da parte degli utenti a giugno
2011 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
In Italia, sono oggi alcune centinaia i partner che usano Content
ID per proteggere i loro diritti di copyright su YouTube. Tra
questi, RAI, Fox Channels Italy (Gruppo Newscorp), LA7 (Telecom
Italia Media), Panini, De Agostini, la nota etichetta discografica
Sugar e anche club calcistici quali il Milan.
L’utilizzo di Content ID in Italia è più che triplicato
rispetto a un anno fa. Il database di materiali referenziati da
Content ID è infatti aumentato del 300%, il che significa
triplicare le opportunità di guadagno per i partner.