"Di malavoglia e con dispiacere dobbiamo ancora una volta
prendere atto che l'Italia è ferma. Mente l'Europa procede
speditamente sul tema della banda larga e sulla sua diffusione,
l'Italia è ancora al palo". Lo afferma Patrizia Toia,
deputata europea del Partito Democratico e vicepresidente del
gruppo S&D al Parlamento Europeo, ricordando che "l'Europa
discute di Digital Divide e, pur nella complessità delle posizioni
attuali, si è posta l'ambizioso obiettivo della diffusione
delle tecnologie e della banda larga, che può venire in aiuto ai
cittadini nella risoluzione di tante problematiche quotidiane, tra
cui la riduzione degli spostamenti in favore del telelavoro (che
mira a comportare una riduzione delle emissioni e quindi va in
aiuto alla lotta ai cambiamenti climatici, obiettivo della
Strategia Europa 2020) e il programma per la ‘salute
digitale' (ovvero tutte quelle procedure che possono essere
risolte online). In Italia, purtroppo, lo sviluppo
dell'economia digitale e delle infrastrutture che occorrono
perché questo percorso si avvii, non risultano essere
nell'agenda del governo".
"È questo l'amaro quadro che emerge dalle ultime
rilevazioni e ricerche – prosegue la Toia – L'Italia è
fortemente arretrata non solo nella diffusione della banda larga
(strumento indispensabile per la connessione veloce alla rete), ma
lo è anche per quanto riguarda la diffusione della rete in
generale – ci sono ancora troppe zone con connessioni precarie e
senza connessione, tra le quali anche alcune tra le aree
economicamente più sviluppate, come la Lombardia, e questo,
ovviamente, comporta un grave danno per le nostre aziende, che si
trovano a competere partendo da uno stato di inferiorità rispetto
a quelle delle altre regioni europee".
"Il governo italiano, che purtroppo è distratto dalle
problematiche personali del premier, deve intervenire e rimettere
mano all'agenda delle priorità, investendo per far crescere
questo Paese, renderlo moderno e collegato con il resto del mondo e
per cui lo sviluppo della banda larga è imprescindibile – conclude
l'eurodeputata – Se si vuole far crescere il Paese, occorre
infatti investire nella ricerca e nelle nuove tecnologie che
consentano alle nostre imprese di essere al passo con i tempi, di
comunicare in modo più rapido con il resto del mondo, così da
poter reggere su un mercato fortemente competitivo come quello
globalizzato. Poiché adesso si parla di un decreto specifico per
la crescita, sia questa l'occasione per compiere qualche scelta
efficace in questo ambito".