Apple, tutte le incognite del dopo-Jobs

Tim Cook sarà l’uomo giusto per portare avanti il mandato del “mago” di Cupertino appena scomparso? Gli analisti lo promuovono, ma le sfide in campo sono molteplici: la concorrenza spietata, l’espansione nel mercato cinese, le strategie per spingere sul cloud

Pubblicato il 06 Ott 2011

Che ne sarà di Apple ora che Steve Jobs se n'è andato? La
scomparsa del visionario di Cupertino lascia un vuoto difficile da
colmare e il mercato si interroga sul futuro della Mela, numero uno
nel settore dei tablet e degli smartphone, ma assediata da una
concorrenza sempre più spietata.

Non sarà facile per Tim Cook, successore di Jobs,
raccogliere il testimone lasciato il 24 agosto scorso, e riproporre
il carisma del visionario. Apple ha in cassa 76 miliardi di dollari
e questa è la sua forza. Ma l'azienda non può sedersi sugli
allori: Google incalza il predominio dell'iPhone, e il suo
sistema operativo Android guadagna sempre più terreno.

Anche Netflix avanza e spinge per rubare ad iTunes lo scettro di re
delle vendite online di content digitale. Facebook non resta certo
a guardare e fa di tutto per assumere il controllo della Rete. E da
poco Amazon è scesa nell'arena dei tablet sfidando l'iPad
con una tavoletta che costa meno di quella di Cupertino.

Insomma, non sarà facile per Tim Cook mantenere la posizione
dominante di Apple. La sua prima uscita ufficiale per la
presentazione dell'iPhone 4s, la prima senza Jobs sul palco, è
stata accolta in maniera tiepida dagli analisiti. Oggi, in apertura
a Wall Street, il titolo della Mela perdeva quasi il 2% sotto il
peso della scomparsa del suo fondatore.

Secondo gli analisti di Bloomberg, per mantenere i ritmi di
crescita dell’azienda, Tim Cook dovrà spingere su nuovi mercati,
proseguire l’espansione in Asia e abbracciare il nuovo paradigma
del cloud computing. Soprattutto, Cook dovrà dimostrare di avere
capacità creative simili a quelle di Jobs. E non sarà facile,
perché il nuovo Ceo è sicuramente un maestro
dell'operatività, capace di garantire a Apple i prezzi
migliori per i componenti, ma i toni quasi religiosi con cui Jobs
parlava di hitech non gli appartengono.

“Apple non cambierà”, aveva detto Cook in un messaggio ai
dipendenti dopo l’uscita di Jobs dal ruolo di Ceo. E oggi ha
ribadito: “Onoreremo il suo ricordo dedicandoci a continuare il
lavoro da lui intrapreso”.

Ma non sarà una passeggiata. “Cook assomiglia a Jobs nel fatto
che entrambi sono perfezionisti. Il loro stile è diverso, ma sono
entrambi leader molto esigenti e attenti ai dettagli”, aveva
dichiarato in un’intervista a inizio anno Mike
Janes
, ex di Apple e oggi Ceo di FanSnap.com. Secondo
Gene Munster, analista di Piper Jaffray
Cos
, “in nessun modo Cook può sostituire Jobs”.

L’assenza di Jobs dal palco era più che palpabile due giorni fa,
alla presentazione del nuovo iPhone 4S; tuttavia, Cook sembra
l’uomo giusto per portare avanti la visione di Jobs. “Cook è
adatto a dirigere Apple, la sua rara combinazione di umiltà e
forte motivazione lo rendono ideale per proseguire il lavoro di
Jobs come Ceo”, afferma Munster.

Oltre ad affrontare l’intensificarsi della concorrenza dovrà
fronteggiare la pressione degli investitori, che probabilmente
chiederanno ad Apple di usare parte del suo cash per i dividendi o
operazioni di buyback.

Poi c’è la sfida dell’espansione in nuovi mercati: le vendite
di Apple in Cina hanno raggiunto i 3,8 miliardi di dollari
nell’ultimo trimestre, aumentando di sei volte rispetto
all’anno precedente. L’azienda della Mela vuole anche
potenziare la crescita del suo nuovo servizio iCloud, che conserva
i files online e facilita la condivisione di dati tra i diversi
gadget Apple.

Per continuare a innovare, Cook dovrà fare appello anche a un team
manageriale di grandi capacità: al suo fianco ci sono
Jonathan Ive, che dirige un gruppo di product
designer considerato tra i migliori del mondo; Scott
Forstall
, che guida lo sviluppo del software mobile di
Apple; Bob Mansfield, a capo dell’hardware
engineering, e Peter Oppenheimer, chief financial
officer. Sono manager che lavorano insieme da anni.

"Jobs ha creato un’infrastruttura su cui questo team
manageriale può basare la crescita dell’azienda ancora per molto
tempo”, commenta Tim Bajarin, analista di
Creative Strategies. “Il punto interrogativo,
adesso, è quanto velocemente riusciranno a innovare e sfruttare
questa infrastruttura per nuovi device, applicazioni e
servizi”.

Ottimista Giri Cherukuri, della Oakbrook
Investments
: “Steve Jobs ha preparato l’azienda per i
prossimi anni gettando le basi di nuovi prodotti capaci di
conquistare il mercato. I modelli aggiornati di iPhone e iPad, e
prodotti del tutto nuovi come una televisione, garantiranno la
crescita della compagnia".

“Jobs aveva un ruolo fondamentale anche nelle assunzioni, nello
spingere l’azienda a espandersi in nuove aree e nelle trattative
con le società dei media per assicurarsi contenuti per iTunes”,
frena Mike Abramsky, analista di Rbc
Capital Markets
. “Sul futuro di Apple per me restano
molte incertezze”.

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