Il fondo Elliott conferma “pieno supporto” ad Amos Genish, e ribadisce che “non c’è alcun piano alternativo” a quello costruito dall’Ad di Tim. “Elliott e i suoi candidati indipendenti sostengono pienamente Genish – si legge in una nota del fondo pubblicata sul sito Transformingtim – e sono incoraggiati dal fatto che Genish si è impegnato a restare in Tim ad eseguire il suo piano con il pieno supporto del cda, indipendentemente dalla sua composizione”. La precisazione dopo che ieri il Sunday Telegraph aveva scritto che Genish sarebbe stato disponibile a un passo indietro in caso di sconfitta di Vivendi all’assemblea del 4 maggio.
Il fondo Usa ritiene le sue proposte sullo scorporo della rete compatibili con le posizioni di Genish e si dice disponibile a subordinare il ritorno al dividendo al conseguimento dell’investment grade da parte di Tim, in linea con la strategia del management. Sul tema della scorporo della rete, Elliott rileva “l’affermazione di Genish sulla possibilità di vendere una quota di minoranza mantenendo il controllo: “Ho detto agli investitori che siamo pronti ad aprire una quota di minoranza del capitale e a quotare la rete a patto che il futuro status regolamentare sia assicurato'”.
Elliott “ha fiducia nella capacità del management e di un board indipendente di valutare queste iniziative nell’interesse di massimizzare il valore per gli azionisti”. Riguardo al tema del dividendo, “alla luce della prospettiva di Tim di raggiungere l’investment grade nel 2018, Elliott accetta l’importanza di raggiungere questo target prima di impegnarsi a pagare un dividendo”.
In questo senso “se eletti, i consiglieri indipendenti valuteranno il merito delle proposte di Elliott per creare valore” e lo faranno “insieme con il management allo scopo di determinare se e quando implementarle nel miglior interesse di creazione di valore a lungo termine per tutti gli azionisti. Elliott è solo un azionista. Il cda di Tim e il management team avranno la responsabilità di individuare il timing ottimale e la strategia per il gruppo”.
L’azione di Elliott ha l’obiettivo di assicurare che Genish e il suo team “siano equipaggiati per massimizzare la creazione di valore del business plan allineando Tim alle migliori best practice in materia di corporate governance e dotando la società di un board di consiglieri indipendenti altamente qualificati”. “A questo scopo Elliott ha proposto una lista di dieci indipendenti, altamente qualificati, credibili candidati che condividono la visione di Genish per il futuro di Tim e che sostengono totalmente il piano industriale di Tim”. Elliott ribadisce che la nomina dei suoi candidati, su cui deciderà l’assemblea del 4 maggio, è lo strumento per risolvere il tema della “scadente gestione” di Vivendi che ha prodotto “problemi di corporate governance molto preoccupanti e un pervasivo e persistente sconto di valutazione” delle azioni in Borsa.
Intanto da Tim arriva la precisazione all’intervista rilasciata da Genish al Sunday Telegraph. La precisazione arriva dopo che ieri il manager, aveva spiegato di essere pronto a un passo indietro in caso di sconfitta di Vivendi nella prossima assemblea del 4 maggio. In serata però Tim ha precisato che il manager “ad oggi non ricopre il ruolo di Ad, ma di semplice Amministratore dell’azienda oltre alla carica di girettore generale. Sarà il nuovo cda, successivamente all’assemblea degli azionisti del prossimo 4 maggio, a nominare il ceo anche sulla base delle decisioni circa visione strategica e piano industriale”.