Il PD chiede certezze sul piano Bul, soprattutto nella parte relativa alle aree bianche. Il deputato Enrico Borghi ha presentato un’interrogazione ad hoc al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, puntando il dito contro le lentezze nel roll out. “E’ una cosa molto preoccupante – avvisa Borghi – In particolare per i sindaci e gli amministratori locali che aspettano da tempo di poter disporre di migliori servizi di connettività per il loro paesi e città, così da ridurre il digital divide. I soldi ci sono, le tecnologie anche. Ma Open Fiber deve accelerare i tempi, con Infratel e il Ministero dello Sviluppo economico che esercitano uno stretto e decisivo controllo su quanto sta facendo e farà la società posseduta da Enel e Cassa Depositi e prestiti, chiamata a gestire quasi 4 miliardi di euro di investimento in infrastrutture, in tutte le Regioni”.
“Ho ricevuto da molti sindaci le preoccupazioni sui tempi e sulle modalità di intervento di Open Fiber – spiega Borghi, che ha chiesto anche un incontro con Franco Bassanini – Abbiamo bisogno di conoscere i veri tempi, di stringerli e poi abbiamo bisogno di lavorare in fretta, anche per sapere chi attiverà quella nuova fibra ottica posata, oltre a quali servizi verranno veicolati dalla pubblica amministrazione e dalle imprese. Servizi per rendere finalmente l’Italia un Paese digitale. Quattro miliardi di euro di impegno e investimenti richiedono che tutti i tasselli siano definiti e noti ai sindaci, fondamentali per l’attuazione del Piano, visto che si scava e si posano reti sui loro territori”. Ridurre il digital divide è decisivo.
“Non senza – aggiunge Borghi – un lavoro efficace su telefonia mobile e servizio televisivi. Troppi italiani che vivono nelle aree montane, Alpi e Appennino, non hanno accesso a questi servizi, faticano a fruirne. Non è ammissibile e sto già lavorando, con diversi colleghi del Pd, a un piano di azione immediato sull’Italia digitale che vogliamo concretizzare con risorse pubblico e impegno delle società private”.