Dal 2012 Dell Technologies Capital, il venture capital “aziendale” del gruppo texano, ha investito in ben 81 startup, con risultati niente affatto deprezzabili visto che molte delle imprese finite nel carnet del colosso texano dell’IT hanno registrato dopo l’acquisizione tassi di crescita superiori del 100%, con ricavi che in più casi hanno superato i 50 milioni di dollari.
Questi dati sono stati resi noti durante il Dell Technologies World che si è chiuso ieri a Las Vegas e bastano da soli a far capire quanto Michael Dell, fondatore e ceo dell’omonimo gruppo, creda nella necessità di andare a cercare altrove l’innovazione, oltre che farsela in casa.
Per questo si è dotato di un “braccio armato”, Dell Technologies Capital, pensato specificamente per investire nelle start-up dalla tecnologia più promettente e più coerente per supportare una strategia che punta a fare di Dell Technologies uno dei maggiori protagonisti dell’era della “human-machine partnership”, come L’ha definita Dell.
Dal maggio 2017 all’aprile di quest’anno, dopo cioè che il fondo ha deciso di uscire allo scoperto e di abbandonare lo stealth mode che celava al mercato l’operatività delle sue partecipate, Dell Technologies Capital ha messo nel suo carniere la partecipazione in ben 24 startup all’interno di specifici piani di investimento per questo tipo di iniziative del valore di circa 100 milioni di dollari l’anno.
È interessante osservare come ben un terzo degli investimenti in startup sia focalizzato su imprese che operano nel campo dell’intelligenza artificiale e del machine learning, due settori strategici in un mondo tecnologico in cui la massa di dati disponibili e la capacità di leggerli, interpretarli e trasformarli in servizi sarà sempre più decisiva. Questo comporta potenze di calcolo e velocità di risposta sempre più imponenti e vicine all’utilizzatore finale, anche in considerazione che quei dati sono destinati a moltiplicarsi in velocità geometrica anno dopo anno.
Artificial Intelligence e machine learning a parte, Il resto degli investimenti del venture capital di Dell Technologies sono stati incentrati su giovani iniziative imprenditoriali focalizzate su security, infrastrutture di prossima generazione, sviluppo degli ecosistemi che dovranno supportare la trasformazione digitale delle imprese.
Tutto ciò la dice lunga su dove stia guardando il patron di Dell Technologies. Per il quale la nuova rivoluzione digitale che ha iniziato proprio ora il suo cammino si svilupperà attorno a 5 megatrends in ciascuno dei quali il gruppo texano vuole mantenere la leadership tecnologica e di mercato: immersive collaboration computing, IOT e gestione delle masse di dati che ne derivano, multi-cloud, software defined everything, Intelligenza artificiale e machine learning.
Tecnologia, ma anche affari. Il fondo di investimento di Dell ha messo a frutto soltanto nell’ultimo anno ben undici exit dal suo portafoglio, di cui tre (DocuSign, MongoDB e Zscaler, pioniere della sicurezza dei network nell’era del cloud) concentrate negli ultimi sette mesi.
Tutte le exit si sono rivelate degli unicorni, con ricavi cioè da almeno un miliardo di dollari ciascuna. Mettendo insieme le undici Ipo si ricava un valore di mercato totale di oltre 11 miliardi di dollari. “Ciò dimostra l’abilità del nostro team di identificare opportunità di investimenti iniziali ed accompagnare le startup a costruire il loro successo”, fanno osservare a Dell Technologies.
“Il vero valore nasce dal lavoro congiunto tra Dell Technologies e le startup partecipate. Esso ci consente di fornire le migliori soluzioni per i nostri clienti più velocemente, soprattutto nelle aree tecnologiche emergenti”, spiega Scott Darling, presidente di Dell Technologies Capital.
Il team di investimento è composto da esperti professionisti del settore con un forte mix di competenze operative e di investimento. Essi assicurano la “capacità di identificare tecnologie e team promettenti”, ma anche “conoscenze e competenze per aiutare le startup a crescere di dimensione”, osserva ancora Darling.
Il team si concentra su investimenti early -stage in diverse aree tecnologiche emergenti come Internet of Things, intelligenza artificiale, developer-led Infrastructure, infrastruttura di nuova generazione, server-less computing e security.
Tra i nomi in portafoglio spiccano Cylance (cybersecurity), Graphcore (Intelligence Processing Unit per l’AI), Minio (open source object storage), Moogsoft (leader di mercato nelle applicazioni dell’AI alle IT operations), RedLock (cloud security).