“Investiremo nel 5G e siamo interessati a partecipare all’asta”: è quanto annuncia a CorCom, Benedetto Levi, numero uno di Iliad, l’operatore mobile che si appresta a sbarcare nel nostro Paese. Nonostante le voci altalenanti in merito alla data del debutto e allo scetticismo che imperversa nei corridori del settore Tlc, non ci saranno soprese rispetto ai piani. “Arriveremo entro l’estate. Lo confermo e lo ribadisco”, assicura Levi.
Levi, dunque il conto alla rovescia è partito. La squadra è pronta?
La squadra si sta velocemente formando. Il top management è già insediato e stiamo assumendo numerose figure a partire dagli specialisti di rete.
Quanti siete al momento?
Oltre 150, ma puntiamo a creare rapidamente oltre mille posti di lavoro in Italia, tra dipendenti e lavoratori indiretti.
Certo farvi una rete da zero non sarà una passeggiata.
No non lo è ma i lavori sono avviati. Inizialmente ci appoggeremo all’infrastruttura di Wind Tre per poi procedere con la rete proprietaria in tutto il Paese. Iliad non è un Mvno ma sarà a tutti gli effetti un operatore infrastrutturato. E per altro non siamo un’azienda senza competenze spuntata dal nulla. Abbiamo le spalle più che coperte: Xavier Niel è un imprenditore di lungo corso nel settore delle Tlc e in Francia Free conta 20 milioni di clienti di cui 13,5 nel mobile. Un risultato raggiunto in appena 6 anni, dal 2012.
Pensate di poter replicare questi numeri in Italia?
Il mercato francese e quello italiano sono diversi ma posso dirle che ciò che emerge dall’analisi del mercato italiano è la forte insoddisfazione della clientela mobile e fissa e un grande senso di frustrazione di fronte ad offerte che nascondono trappole e che vengono modificate e complicate. Da questo punto di vista partiamo con un background che ci rende unici: in Francia le due offerte Free sono le stesse dal 2012, semplici e trasparenti, senza costi nascosti e spese aggiuntive.
Dunque secondo lei si possono tagliare i costi anche in Italia.
Certamente, c’è margine. E peraltro la questione dei costi nascosti è stata sollevata recentemente in Italia, a dimostrazione che ci sono balzelli inutili che seppure fanno guadagnare le telco creano malcontento e sfiducia. Noi vogliamo essere riconosciuti come un operatore affidabile e trasparente. E anche e soprattutto di qualità.
Qualità da che punto di vista?
Avremo una nostra rete e puntiamo a garantire la massima qualità fin dal nostro debutto con un’offerta generosa e chiara.
C’è chi sostiene che non avrete molti margini in Italia. Su quale tipologia di utenti puntate?
Ci rivolgeremo a tutti coloro a cui interessa un ottimo rapporto qualità prezzo e che naturalmente vogliono avere chiara la spesa per il mobile e non vogliono preoccuparsi di verificare la bolletta ogni mese. Chi sostiene che non ce la faremo sono di fatto i nostri competitor i quali non a caso stanno cercando di blindare i clienti con vincoli temporali sempre più lunghi legati a promozioni e smartphone. Ma riusciremo a smuovere le acque. Glielo assicuro.
Quindi le altre telco vi temono?
Di sicuro. Vodafone registrò il marchio Free (marchio usato dall’operatore francese del nostro Gruppo) per metterci in difficoltà, Tim ha lanciato l’operatore virtuale Kena. Insomma, si capisce che il nostro sbarco sul mercato non li lascia indifferenti.
La convergenza fisso-mobile è sempre più realtà. Come farete a stare in piedi solo con il mobile?
Anche la parte fissa ci interessa, per ora la priorità resta il mobile.
E’ vero che venderete le sim attraverso i distributori automatici? In Italia è necessario un documento di identità, come farete?
Si tratta, come è accaduto spesso, di rumors che ci riguardano. Certo posso dirvi che non siamo stupidi: conosciamo le regole del mercato italiano e ci regoliamo di conseguenza. Venderemo attraverso diversi canali e sono già pronti alcuni tra i primi negozi come a Roma, nel centro commerciale Roma Est, Mestre e Catania.