Al via l’assemblea dei soci di Tim a Rozzano, in provincia di Milano. All’ordine del giorno il rinnovo del consiglio di amministrazione. In avvio è presente il 66,77% del capitale sociale, con la partecipazione 4100 azionisti, una percentuale in linea con le attese della vigilia. In apertura di assemblea, il vicepresidente Franco Bernabè, che dirige i lavori al posto del presidente di Tim, Arnaud de Puyfontaine, che si è dimesso lo scorso 22 marzo, ha dato lettura dei principali azionisti: Vivendi detiene la maggioranza relativa con il 23,94% del capitale, segue Paul Singer che detiene l’8,85% attraverso i fondi Elliott lnternational LP, Elliott Associates LP e The Liverpool Limited Partership. Cassa depositi e prestiti controlla il 4,78% del capitale.
E’ il giorno decisivo nello scontro per il controllo del cda tra Vivendi, primo socio del gruppo, e il fondo statunitense Elliott del finanziere Paul Singer. Entrambi i contendenti hanno proposto una lista, chi otterrà più voti dagli azionisti farà eleggere 10 membri del consiglio, i restanti 5 posti andranno alla lista sconfitta.
La media company del finanziere bretone Vicent Bollorè presenta una rosa di nomi che ricalca il cda uscente: oltre all’Ad Amos Genish, confermato dall’assemblea dello scorso 24 aprile, in lista si trovano i nomi di Arnaud Roy de Puyfontaine, Franco Bernabè, Marella Moretti, Frédéric Crepin, Michele Valensise, Giuseppina Capaldo, Anna Jones, Camilla Antonini, Stephane Roussel.
Elliott candida una lista di nomi “di elevato standing e indiscussa personalità” – così nella nota con cui il fondo ha presentato i suoi candidati – tra cui Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Paola Giannotti de Ponti, Luigi Gubitosi, Paola Bonomo, Maria Elena Cappello, Lucia Morselli, Dante Roscini, Rocco Sabelli. Con Elliott si è schierata Cdp, e si sono dichiarati contrari ai francesi anche i proxy advisor Glass Lewis, Iss e l’italiano Frontis. Assogestioni, in rappresentanza dei fondi, ha deciso all’unanimità di non presentare una lista alternativa a Elliott, sostenendo di fatto “un cambio della governance”, come ha spiegato il presidente Tommaso Corcos.
Nel giorno dell’assise Tim apre debole in Borsa: il titolo, dopo i primi scambi, perde lo 0,12% a 0,84 euro.