Bt avvia una profonda riorganizzazione che porterà il colosso britannico delle Tlc a tagliare nei prossimi tre anni 13mila dipendenti, pari al 12% della propria forza lavoro su scala internazionale. Si tratta di personale amministrativo di quadri intermedi, che hanno sede per due terzi nel Regno Unito e per un terzo all’estero. Contemporaneamente il piano prevede l’assunzione di 6mila persone, soprattutto tecnici e addetti all’assistenza clienti.
La società conta attualmente su 106mila e 400 dipendenti, dei quali 82mila in UK. Recentemente il gruppo aveva già operato altri tagli, con 4mila dipendenti usciti da alcune sedi all’estero, tra le quali l’Italia, dove la filiale locale era stata interessata da uno scandalo contabile.
La ristrutturazione, secondo il Ceo Gavin Patterson, mira a “semplificare il modello operativo” e a ridurre i costi di 1,5 miliardi di sterline, in una fase storica in cui il colosso delle Tlc ha comunque visto crescere i propri profitti ne 2017-2018, con un utile al netto delle tasse dell’11%, pari a 2,61 miliardi di sterline e l’Ebitda al +2%.
I tagli, spiega la società in una nota, fanno parte di un “piano strategico” per “creare valore per gli azionisti a lungo termine mantenendo la posizione dominante nei servizi di telecomunicazione nel Regno Unito e alle multinazionali”.
Sempre in virtù del piano appena annunciato BT intende concentrare le attività “su circa 30 siti strategici”, con l’obiettivo di “ridurre l’inefficienza legata alla diffusione su molti siti nel Regno Unito”, e il trasferimento degli headquarters nel cuore della City di Londra.