Google, quanto è sostenibile il modello di business?

Dalle indagini Antitrust agli investimenti per contrastare Facebook ed Apple, passando attraverso l’acquisizione dell’hardware di Motorola Mobility: numerose le sfide che vedranno impegnato il motore di qui ai prossimi mesi. In attesa dei risultati del terzo trimestre, sul futuro – dicono gli analisti – si annidano le nubi

Pubblicato il 12 Ott 2011

Google può continuare a crescere ai ritmi eccezionali cui ha
abituato i suoi investitori? La crisi economica e le strategie
mobili di Big G (in particolare l'acquisizione di Motorola
Mobility) spingono alcuni analisti a chiedersi quanto sia
sostenibile il modello di business di Google, i cui risultati
trimestrali sono attesi per giovedì.

Il core business di Google, la vendita di pubblicità accanto ai
risultati della ricerca web, sembra finora reggere ai colpi della
crisi macroeconomica, inclusi i problemi di debito pubblico in
Europa e i tassi di disoccupazione elevati negli Stati Uniti,
notano gli analisti sentiti da Reuters. Ma come si presenta il
futuro per un’azienda che ha generato il 96% delle sue revenues
dalla pubblicità lo scorso anno? Gli azionisti sembrano nutrire
qualche dubbio: il titolo di Mountain View ha perso circa il 13% da
fine luglio e vale oggi circa 540 dollari.

"Tutti si aspettano un nuovo periodo di recessione e questo
potrebbe impattare la spesa pubblicitaria nella seconda metà
dell’anno”, nota Mike Hickey, analista di National Alliance
Capital Markets.

Ma ci sono altri fattori di incertezza che pesano sul motore di
ricerca numero uno al mondo. I regolatori antitrust di Stati Uniti
e Europa stanno indagando sulle pratiche di business di Google e
l’azienda sta affrontando forti investimenti per contrastare la
concorrenza di rivali come Facebook e Apple.

Da quando Larry Page ha assunto il ruolo di Ceo ad aprile, Google
si è imbarcata in una serie di progetti di grosso rilievo, come il
social network Google+ e l’acquisizione del produttore di
cellulari Motorola Mobility per 12,5 miliardi di dollari. Proprio
l’accordo con Motorola, che Google si aspetta di chiuder alla
fine dell’anno o a inizio 2012, metterà in mano a Big G uno dei
più vasti portafogli di brevetti dell’industria mobile, insieme
ad attività di produzione di hardware che le permetteranno di
sviluppare la propria linea di smartphone.

Ma gli analisti sono scettici su questo punto: Google non ha alcuna
esperienza nel business dell’hardware, che ha margini di guadagno
bassi. La scelta di produrre i propri telefoni potrebbe mettere a
rischio il prezioso supporto dato finora al sistema operativo
Android da produttori di cellulari come Samsung e Htc, che ha
permesso ai vari device Android di conquistare uno share di mercato
più grande dell’Apple iPhone.

"Siamo confusi: perché Google non ha semplicemente preso in
licenza o comprato il portafoglio di brevetti di Motorola e ha
deciso di acquisire tutta l’azienda?”, si chiede l’analista
di Morgan Stanley, Scott Devitt.

I risultati che verranno resi noti domani chiariranno alcuni dubbi
sulla situazione finanziaria di Google, che comunque già durante
la crisi del 2008 ha resistito meglio di molti concorrenti. Inoltre
la spesa in search advertising negli Stati Uniti è salita del 19%
anno su anno nel terzo trimestre, secondo Efficient Frontier.
Google ha anche recuperato quote sul mercato della ricerca, a
svantaggio di Yahoo e Microsoft, negli ultimi due trimestri.

Gli analisti intervistati da Thomson Reuters si aspettano per il
terzo trimestre di Google guadagni netti (che escludono le fees
pagate ai siti partner) in crescita di circa il 32% anno su anno a
7,21 miliardi di dollari. L’earning per share atteso è di 8,74
dollari, escluse alcune voci.

L’analista Kerry Rice di Needham & Co pensa che Google supererà
le stime di Wall Street nel terzo trimestre, ma nota anche che gli
investitori sono particolarmente concentrati sull’utile, mentre
"il tasso di crescita è diventato un parametro più
importante per Google in questa fase. Ora si attesta sul 20-30%, ma
Google ha saputo entusiasmare di più i suoi sostenitori”.

Anche le spese operative conteranno: Google ha assunto ingegneri di
talento e comprato società hitech ad alti ritmi, facendo salire le
sue spese operative del 52% anno su anno nei primi sei mesi del
2011. Rice pensa che Google non possa permettersi di ritirarsi
dagli investimenti in certi settori chiave, data la feroce
concorrenza sui mercati mobile, social e del local advertising, ma
nota: “Non tutto quello su cui hanno investito si è rivelato
esattamente una miniera d’oro. Hanno tuttavia alcune buone
opportunità che sembrano concretizzarsi in modo molto
interessante”, conclude l'analista.

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