I produttori di chip sorvegliati speciali. Gli analisti aspettano
al varco i prossimi risultati finanziari per prendere il polso del
mercato: con le vendite di Pc che calano, il motore della crescita
devono diventare i device mobili, che stanno vivendo una stagione
di forte espansione, ma non tutti i vendor sanno cogliere le
opportunità.
Anche il peggioramento dell'economia globale, che deprime la
domanda di apparecchi elettronici, incide e ha già spinto diversi
chipmaker a pubblicare fosche previsioni, cui hanno fatto eco gli
analisti: la società di ricerche Ihs lo scorso mese ha abbassato
le sue stime sulla crescita delle revenues nel 2011 del settore, e
anche Gartner prevede un leggero declino delle vendite.
Tuttavia, la domanda di device mobili resta robusta, specialmente
sui mercati emergenti come la Cina e la prima a beneficiarne è
Qualcomm, per la quale Wall Street si aspetta
ottimi risultati nel terzo trimestre, grazie proprio all’acquisto
di smartphone Cdma nel Paese asiatico e alla fornitura di chip per
i device Android e Apple. Più lenta Intel a
cogliere le nuove opportunità; il suo business tiene, anche grazie
alla debolezza di qualche concorrente, come Amd,
ma gli analisti si chiedono quanto sarà sostenibile nel futuro.
Soffre invece Texas Instruments, troppo dipendente
da Nokia, suo primo cliente, anche se uno stimolo alla crescita
potrebbe arrivare dalla fornitura di chip al Kindle Fire di
Amazon.
Per Intel (che pubblicherà la trimestrale il 18 ottobre), gli
analisti sentiti da Thomson Reuters si aspettano per il terzo
trimestre utili di 61 centesimi per share e revenues di 13,9
miliardi di dollari, entrambi i dati in crescita rispetto
all’anno precedente grazie alla forza dell’attività di
enterprise computing e alle vendite sui mercati emergenti.
Gli analisti pensano tuttavia che lo spostamento delle
preferenze dei consumatori verso i device mobili (smartphone e
tablet) rappresenti un rischio nel lungo termine per il business di
Intel fortemente basato sui grandi Pc. Importante lo scorso mese
l’annuncio di Google che ottimizzerà il sistema operativo
Android per i processori Intel, ma l’azienda deve recuperare il
terreno perso a vantaggio di Arm, i cui chip sono più efficienti e
adatti ai terminali mobili.
Per Texas Instruments (risultati attesi il 24 ottobre) gli analisti
si aspettano un forte calo, con utili di 57 centesimi per share nel
terzo trimestre e revenues di 3,3 miliardi di dollari, contro i 71
cent e i 3,74 miliardi di un anno prima. A far soffrire l’azienda
è la crisi macroeconomica, che ha colpito la domanda di chip su
tutti i suoi mercati e tra tutti i suoi clienti, in particolare
Nokia. Non tutto il quadro è però a tinte fosche per TI: il
Kindle Fire di Amazon.com usa un suo processore.
Per Broadcom Corp. (risultati il 25 ottobre), gli analisti Thomson
Reuters prevedono utili per azione di 76 centesimi e revenues di
1,95 miliardi di dollari, entrambi in crescita. Broadcom ha fatto
una costosa scommessa lo scorso mese quando ha scelto di comprare
la NetLogic Microsystems per 3,7 miliardi di dollari, ma questo
produttore di chip per il networking e le comunicazioni può
integrare l’offerta di Broadcom e aiutarla a guadagnare dai
prodotti di networking che richiedono performance sempre più
elevate. Come crescono infatti le vendite di device mobili,
aumentano anche le richieste di aggiornamento delle reti mobili e
Broadcom cerca di sfruttare questo mercato.
Amd (Advanced Micro Devices) deve comunicare la sua trimestrale il
27 ottobre. Gli analisti si aspettano utili di 10 centesimi per
azione e revenues di 1,65 miliardi di dollari, contro i 17
centesimi per share e le entrate di 1,62 miliardi di un anno fa.
Sul chipmaker pesano i problemi del produttore Globalfoundries, che
Amd ha ceduto nel 2009 aumentare la sua redditività: ora
Globalfoundries non pesa più direttamente sui margini di Amd, ma
lo spin off ha creato problemi di produzione per entrambe le
aziende, proprio mentre cercano di evolvere verso chip più
avanzati. Questo, secondo Nomura Securities, ha ridotto le
forniture di chip Llano destinati ai notebook e impedito a Amd di
cogliere l’opportunità di rosicchiare quote di mercato a Intel,
che presto avrà una linea di prodotti concorrente.
Per Qualcomm (risultati il 2 novembre), gli analisti sentiti da
Thomson Reuters prevedono utili di 78 centesimi per share e oltre 4
miliardi di dollari di fatturato, contro i 53 centesimi e i 2,95
miliardi di un anno fa. Qualcomm genera buona parte del suo
guadagno dalle licenze per la tecnologia di accesso Cdma, uno
standard per molti telefoni cellulari 3G. Le revenues sono
cresciute però nell’ultimo anno soprattutto grazie alla
fornitura di chip per i prodotti di Apple e i telefoni con sistema
Android. Importante anche la presenza in Cina, dove i consumatori
più ricchi dismettono i vecchi cellulari 2G a favore di smartphone
Cdma.