LA RICERCA

Digital transformation, si investe di più. Ma troppo poco sulle risorse umane

La ricerca condotta dall’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano certifica un aumento del 60% in investimenti Ict nel settore HR. Solo un’azienda su tre però ha le idee chiare su come “innovare” il personale

Pubblicato il 16 Mag 2018

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Si investe di più, ma manca una strategia per il personale. Alla prova della rivoluzione tecnologica le direzioni risorse umane delle imprese italiane rispondono con una crescita degli investimenti in ICT. Il 60% del settore HR nel 2018 investirà in strumenti digitali, con interventi a supporto della formazione e dei processi di employer branding e selezione. Quello che manca è la traduzione di questa svolta digitale in nuove competenze e professionalità del lavoratore: solo un’impresa su tre ha adottato una strategia digitale per il personale.

Sono i risultati di una ricerca condotta dall’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano, coinvolgendo oltre 170 HR Executive di aziende medio-grandi operanti in Italia. “In molti casi il business è più avanti della direzione risorse umane e le strategie di digitalizzazione occupano già uno spazio centrale nei nuovi piani industriali”, spiega il professor Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio. “Ma senza una people strategy capace di indirizzare la trasformazione di competenze, abilità, modelli organizzativi e stili di leadership, una strategia digitale di business è incompleta ed è probabilmente destinata a fallire”.

Crescono gli sforzi per guidare la trasformazione digitale delle imprese, eppure è poco diffusa un’analisi sulle specifiche competenze del personale in questo campo. Nel 2018 sei aziende su dieci prevedono una crescita degli investimenti in ambito digital, ma in appena il 22% delle realtà analizzate sono già a regime progetti per migliorare il livello di conoscenze. E solo il 16% ha verificato il gap tra le competenze digitali presenti in organico e quelle di cui l’azienda avrebbe bisogno.

Proiettare l’impresa nel futuro significa anche ripensare l’organizzazione del lavoro. Nelle aziende crescono le differenze generazionali fra i lavoratori.  Solo il 20% delle direzioni ha però avviato progetti di age management per valorizzare i punti di forza delle diverse età. Per inserire o sviluppare professionalità digitali in azienda il 50% dei direttori HR ricorre al supporto di università e società di consulenza. Quasi metà delle imprese usa social network e strumenti mobile, mentre fatica a introdurre sistemi di Analytics più complessi e intelligenza artificiale (presente in appena il 10% delle aziende). Indietro la pubblica amministrazione, dove il possesso di competenze digitali in ambito HR è decisamente inferiore alla media.

I modelli positivi però esistono. Proprio per premiare le organizzazioni che si sono distinte per la capacità di utilizzare le tecnologie digitali come leva di innovazione dei processi di gestione e sviluppo delle risorse umane, l’Osservatorio ha assegnato gli HR Innovation Award 2018. Il riconoscimento è andato a Banca Monte dei Paschi di Siena, Coop Alleanza 3.0, Enel, Sanofi, Sky Italia, Unilever e Wind Tre.

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