Produttività formativa della scuola, impatto dell’Università, capacità culturale della comunicazione e dei social network: sono questi, secondo il commissario Agcom Mario Morcellini alcuni fra i principali indicatori del “capitale sociale”.
“Il concetto di povertà educativa è strettamente correlato al clima culturale dominante in una società”, ha detto Morcellini in occasione dell’incontro “Illuminiamo il futuro: il ruolo della comunità educante per contrastare la povertà educativa”, nell’ambito del Forum Nazionale di Save the Children organizzato a Roma. “La scuola deve ritornare ad essere centro coordinatore della formazione dei saperi, recuperando la forza educativa per contrastare la crisi culturale e sociale che caratterizza la modernità”, ha sottolineato il commissario evidenziando che “un risorgimento formativo da solo non basta se non si realizza un’alleanza profonda tra istruzione e comunicazione nella direzione di un aumento di responsabilità nell’educazione alla scelta critica e dunque all’autonomia degli studenti”.
Il ruolo delle piattaforme social e di Internet diventa determinante e sulla questione – dal palco dell’Incontro Annuale dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, su disinformazione online, big data e il consumatore digitale, andato in scena in contemporanea a Milano – è intervenuto il commissario Agcom Antonio Martusciello. “Dobbiamo pienamente comprendere il sistema sotteso alla cosiddetta economia di cattura, attraverso cui le piattaforme online captano informazioni su gusti, preferenze e abitudini di consumo per orientare le scelte dei consumatori. Sappiamo che la fase di raccolta dei dati avviene per lo più attraverso algoritmi che implementano complessi modelli matematici – ha evidenziato il commissario – ma quella della macchina non è un’intelligenza libera, che si nutre di principi e ideali: essa è progettata e gestita da esseri umani che possono volerla plasmare sulla base di interessi specifici”.
Secondo Martusciello è necessario “un approccio olistico” che tenga in considerazione in maniera coordinata e complessiva l’insieme dei diritti in gioco ossia privacy, concorrenza e pluralismo informativo.
Riguardo al tema della pubblicità online e dell’endorsement realizzato sui social, il Commissario ha richiamato l’esperienza giurisprudenziale tedesca, precisando che è necessario compiere un passo ulteriore. “È auspicabile una tutela più rispondente alle peculiarità del mezzo Internet. Non basta infatti adottare specifiche diciture o hashtag ma occorre valutare il posizionamento di questi e soprattutto evitare indicazioni scorrette e fuorvianti accanto ai prodotti”.
Questioni come la media trasparency e la brand safety – ha concluso Martusciello – sono divenuti temi centrali per assicurare affidabilità non solo per gli utenti, ma anche per i potenziali investitori.