L'INTERVENTO

Martusciello (Agcom): “Campagne politiche, i social siano più trasparenti”

Il commissario dell’authority chiede maggiore conoscibilità degli algoritmi di Facebook e simili: “Le piattaforme online potrebbero diventare un one-stop-shop, un unico sportello verticalmente integrato, per le elezioni”

Pubblicato il 18 Mag 2018

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I social network dovrebbero render noti gli algoritmi che li governano, così come i giornali dichiarano la loro linea editoriale. Antonio Martusciello, commissario Agcom, chiede maggiore trasparenza nell’offerta comunicativa di Facebook e simili. “Le piattaforme online – avverte – potrebbero diventare un one-stop-shop, un unico sportello verticalmente integrato, per le campagne politiche”.

L’idea è che i partiti politici, sempre più desiderosi di raccogliere, profilare e targetizzare gli elettori, finiscano con l’utilizzare i social network quale unico strumento per le campagne elettorali. Con il rischio di eludere le tradizionali regole in materia di par condicio, non applicabili al mondo dell’online. “Oltre alla pluralità delle fonti d’informazione, è necessario garantire il rispetto sostanziale di una corretta e completa informazione, nonché di una parità delle chances per la comunicazione politica”, ha detto il commissario, intervenendo a un convegno nell’ambito delle Giornate sul diritto dell’informazione, promosse dall’Università di Siena. La comunicazione politica elettorale è in trasformazione e si sta orientando verso strumenti più efficaci di segmentazione del corpo elettorale. I maggiori social network oggi sono i primi mezzi di accesso alle informazioni utilizzati dagli italiani per formarsi un’opinione in vista del voto. “Rendendo elettoralmente meno attraente, anche per i partiti – prosegue Martusciello – l’uso dei consueti strumenti comunicativi”.

Diventa allora urgente per il commissario Agcom supplire alla mancanza di una regolamentazione della comunicazione online. Nella sua prima fase di istituzione è stato lo stesso tavolo tecnico promosso dall’Autorità a fornire una serie di elementi positivi. In campagna elettorale, ad esempio, piattaforme come Google e Facebook hanno usato strumenti innovativi, come Google Post e Facebook Punti di vista. Ora, in attesa di un intervento legislativo che estenda anche ai social le regole sulla par condicio, sarebbe utile conoscere i meccanismi di funzionamento di queste piattaforme. A partire dagli algoritmi utilizzati per profilare e targetizzare gli utenti.

“Se chi possiede i dati comanda, allora diventa rilevante stimolare un meccanismo di trasparenza dell’offerta informativa”, ha concluso il commissario. Per Martusciello, la via da seguire è quella della algoritmic accountability, intesa come “diritto alla spiegazione”. Per sottrarre le persone al dominio delle macchine.

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